Davvero a Venezia sono tornati i turisti?
di Lorenzo Mayer | 14 Ottobre 2021 @ 06:00 | ATTUALITA'Si tratta di un interrogativo che, dati alla mano, merita una riflessione più ampia. Proviamo a fare una sintesi dei tanti elementi da gettare nel piatto della bilancia per fare un’analisi corretta.
Ma i turisti sono tornati davvero a Venezia oppure no? E’ questa la domanda che rimbalza un po’ a tutte le latitudini, visto le tantissime persone, sparse un po’ in tutto il mondo, che amano la città.
Lo abbiamo chiesto al primo indicatore turistico in laguna rappresentato, e non potrebbe essere altrimenti, dall’Associazione Veneziana Albergatori. Il direttore dell’associazione, Claudio Scarpa, ci risponde con la consueta gentilezza e soprattutto con dovizia di particolari.
“Nei primi mesi dell’anno gli hotel erano quasi tutti chiusi e l’occupazione era sotto il 15 per cento – esordisce Scarpa – in alcune fasi di zona di rossa la città era completamente vuota. A maggio e giugno con l’allentamento delle misure la presenza è salita ma solo in medio lieve, attestandosi tra il 30 e il 50 per cento. A luglio le presenze di turisti italiani ed europei di prossimità ha fatto salire il dato al 70 per cento e si è registrato un picco dell’80 per cento in corrispondenza di ferragosto e della fine del mese di agosto. A settembre però non si è riusciti a mantenere questi numeri che inevitabilmente scenderanno nei prossimi mesi. Se nel 2020 il fatturato degli hotel veneziani ha subito un calo dell’85 per cento, per il 2021 si stima comunque una perdita di circa 2 miliardi di euro”.
Alcuni elementi sono ben chiari: quest’anno alcuni segnali di ripresa ci sono stati, ma purtroppo è ancora troppo presto per parlare di una effettiva e concreta ripartenza per l’intero comparto turistico. Tra calli e campielli manca ancora il turista americano e quello proveniente da viaggi intercontinentali. Ospiti preziosi, anche per la loro alta capacità di spesa. Ma nel mese di luglio, e soprattutto nell’ottimo mese di agosto, si è effettivamente respirato un rinnovato fermento. Venezia ha vissuto soprattutto di un turismo nazionale, e nostrano, e di un turismo internazionale classificato come di prossimità: ovvero presenze sbarcate in città dai Paesi più vicini (Austria, Germania, e Svizzera, Croazia “in primis”) Ma a fare la parte del leone sono stati anzitutto gli italiani, e, perché no, anche dai veneti e dai residenti nel perimetro della Città Metropolitana di Venezia. Sono mancati, per gran parte dell’anno, i grandi voli intercontinentali, anche per la reale concreta mancanza di una concreta e reale richiesta. Ora, visto l’ottimo andamento che sta avendo in Veneto ma anche su tutto il nostro territorio nazionale la campagna vaccinale, ci si augura che presto si possa tornare a viaggiare in condizioni di sicurezza.
“A Venezia come per tutte le città d’arte – riprende il direttore Scarpa – certamente abbiamo avuto un 2021 migliore rispetto al 2020 – riprende il direttore Scarpa – ma è ancora troppo presto, e troppo poco, per esprimere segnali di una completa ripartenza. Questi tre mesi che chiuderanno il 2021 sono un periodo per noi importantissimo: perché a Venezia i mesi più importanti sono da sempre quelli della stagione dell’autunno e di primavera. Poi ci auguriamo che già a cominciare dal prossimo carnevale 2922, ci possa essere un’effettiva e reale ripartenza”.