Dalla poliomielite alla covid, la parola chiave è prevenzione
Il primario del reparto di 'Malattie infettive' Grimaldi: "Il coronavirus ci distrae dalla prevenzione contro le altre malattie" e spinge per la vaccinazione, laddove possibile, per difendersi da polio, vaiolo delle scimmie, tubercolosi. Covid-19: "La pandemia non è finita, proteggersi con la quarta dose"
di Marianna Gianforte | 22 Agosto 2022 @ 06:05 | SALUTE E ALIMENTAZIONE
L’AQUILA – Non solo la covid-19, malattia scatenata dal virus Sars-Cov-2. Occorre mantenere alta la guardia nei confronti di tanti altri virus e batteri che, negli ultimi due anni, proprio a causa dello ‘shock’ scatenato a livello mondiale dalla Covid, sono passati in sordina se non nel dimenticatoio. Non però per le autorità sanitarie e per il mondo scientifico, che hanno continuato a esortare le società, le istituzioni e le comunità a non tralasciare la prevenzione. Diversi gli esempi a livello mondiale e nazionale di segnali di recrudescenza di patologie che sembravano essere state messe a debita distanza dalla quotidianità, come la poliomielite, il ‘vaiolo delle scimmie, la tubercolosi. Ma anche tante altre malattie gravissime per le quali cure e terapie definitive non esistono ancora, come l’epatite C e l’Aids. Il primario del reparto di ‘Malattie infettive’ dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila Alessandro Grimaldi sottolinea l’importanza di non uscire mai dal tracciato di una costante prevenzione, che passa necessariamente attraverso due step fondamentali: il vaccino e l’igiene.
DOTTOR GRIMALDI, ADESSO A SPAVENTARE E’ LA POLIOMIELITE. NOTIZIE PREOCCUPANTI ARRIVANO DALL’INGHILTERRA E DAGLI USA. QUAL’E’ LA SITUAZIONE?
“Storicamente la poliomielite ha spaventato l’umanità, in modo particolare nel secolo scorso; è un virus che può provocare paralisi sino a conseguenze mortali. Avendo fatto tante vittime nella prima parte del ‘900 e fino agli anni Ottanta, oggi fa ancora paura: non è lontano il ricordo della malattia. Eppure l’Europa è dichiarata quasi completamente ‘poliomielite free’ e attualmente si registrano pochissimi casi nel mondo, eccetto in Nigeria, Afghanistan e in Pakistan, dove a causa della loro situazione contingente (guerre per lo più) non si è riusciti a portare a compimento campagne efficaci, e che, tuttavia, presentano meno di dieci casi all’anno. Proprio nell’autunno di quest’anno, il 24 ottobre, celebreremo la giornata internazionale della poliomielite: la malattia neli anni Ottanta paralizzava dieci bambini ogni 15 minuti in quasi tutti i Paesi del mondo. Grazie alle estese campagne di vaccinazione, attuate con l’aiuto importante del Rotary International e ai sistemi di sorveglianza, pochi casi di polio sono riportati nel mondo, permettendo così di eradicarla. Di recente il virus è tornato a circolare a Londra e a New York, dove è stato individuato nelle acque reflue, facendo temere una ripresa della circolazione nei Paesi occidentali e dove è andato a colpire la popolazione più vulnerabile. I casi emersi nei due Paesi europei sono certamente un segnale di attenzione, ma un caso isolato non crea un allarme: bisogna valutare come è avvenuto il contagio e il suo contesto. Aspetterei che emerga la catena del contagio, importantissima da ricostruire: per esempio, la due persone colpite in Europa avevano viaggiato? Se sì, dove? Ripeto, i Paesi a rischio sono tre, anche l’Africa è stata dichiarata ‘polio free’. Suggeriamo, dunque, con forza la vaccinazione. Ci sono strategie efficaci, ma è indubbio che occorra rivalutare il sistema per renderlo ancora più calzante ed efficace, un compito che spetta al ministero della Salute”.
VAIOLO DELLE SCIMMIE: COM’E’ LA SITUAZIONE IN ABRUZZO E CHE TERAPIE?
“In Italia attualmente si contano poco meno di 700 casi (689, ndr). Il ministero della Salute ha segnalato un aumento di 27 casi dall’ultima rilevazione dello scorso 16 agosto. I casi collegati a viaggi all’estero sono molti. L’epicentro del contagio è in Spagna. Anche per il virus che provoca il vaiolo delle scimmie ci sono alcune categorie a rischio; un antivirale sviluppato per il trattamento del vaiolo (tecovirimat, ndr) è stato approvato dall’Ema a gennaio, ma non è ancora ampiamente disponibile. La campagna vaccinale è partita già allo Spallanzani, e in generale coinvolge le due regioni più popolose ed esposte a questo contagio: Lazio e Lombardia; quando saranno a disposizione dosi a sufficienza, verranno estese ai soggetti a rischio in tutto il territorio nazionale. L’attenzione dev’essere massima anche se i casi letali sono bassi, perché nei soggetti fragili possono verificarsi complicanze. La contagiosità è molto elevata in situazioni di contatti fisici molto stretti: la prevenzione è fondamentale”.
DOTTORE, EMERGONO ANCHE CASI DI TUBERCOLOSI SPECIE IN AMBIENTI OSPEDALIERI
“In passato sono state attuate campagne di sensibilizzazione molto efficaci che hanno aiutato la popolazione a capire come comportarsi per tenere lontano questa grave malattia. E’ bene ricordare che la vaccinazione contro la tubercolosi è scarsamente efficace negli adulti; per cui sono state e sono tuttora fondamentali misure di prevenzione e l’adozione dei giusti comportamenti. La tubercolosi è stata in gran parte del mondo debellata proprio grazie a una grande campagna di prevenzione e di sensibilizzazione, che ha portato a eliminare le condizioni dell’insorgenza: scarsa igiene, povertà, difficoltà di isolamento tra le persone infettate. Quello che notiamo è, però, purtroppo, una generale distrazione nei confronti della prevenzione contro le malattie causate sia dai virus che dai batteri: da oltre due anni l’attenzione è concentrata sulla Covid-19 e ha indotto ad abbassare la guardia sulle altre, come, appunto, la Tubercolosi”.
COVID, APPUNTO. VEDIAMO ANCORA MOLTI DECESSI NONOSTANTE LA SITUAZIONE SIA ‘STABILE’ E LA QUARTA DOSE NON DECOLLA.
“La Covid-19 sta colpendo soprattutto gli anziani con comorbilità, la curva dei contagi (ma molti sono i tamponi fai da te non registrati dal Sistema sanitario nazionale, ndr) sta scendendo mentre i decessi continuano a essere alti: l’appello forte della comunità scientifica è di affrettarsi a fare la quarta dose senza aspettare l’arrivo dei nuovi vaccini. Soprattutto coloro che hanno fattori di rischio o una situazione di fragilità”.