
I giornalisti presenti alla conferenza stampa convocata d’urgenza a Pescara raccontano di un Luciano D’Alfonso “furioso”, fuori di sé.
Questa mattina, infatti, D’Alfonso ha interrotto il tour che lo vede impegnato nelle primarie del centrosinistra per rispondere all’articolo de Il Fatto Quotidiano: “Abruzzo, la vita a scrocco (e cash) del candidato Pd” e per minacciare azioni legali senza passare per il sottile. «Ho taciuto per anni – ha tuonato ‘Big Luciano’ nel corso della conferenza stampa convocata all’hotel Duca D’Aosta di Pescara – ma ora è giunto il momento di parlare: mi hanno tirato in ballo in ben 9 processi, ma sono stato sempre assolto. Non accetterò lesioni della mia immagine e della mia onorabilità. L’articolo apparso ieri è una lettura pornografica di atti processuali. C’è solo un punto di vista. Coi risarcimenti danni darò vita ad opere pubbliche». Il riferimento, naturalmente, va alle accuse mosse dal pm Gennaro Varone che lo arrestò il 15 dicembre 2008 nell’ambito dell’inchiesta Housework. «Ho già dato mandato al noto avvocato Briolini di valutare la possibilità di chiedere un risarcimento danni – ha precisato D’Alfonso ed ha poi aggiunto – sono stato vittima di una vera e propria violenza perchè sono stato cacciato da palazzo di città dove sono stato democraticamente eletto con il massimo consenso e anche di questo, in futuro, chiederò conto».
Solo pochi minuti fa- alle 17.52- Luciano D’Alfonso ha aggiornato lo status della sua pagina FaceBook, tornando a parlare della vicenda. Il testo integrale del suo messaggio:
“Stamattina ho tenuto una conferenza stampa intitolata “Scusate, interrompiamo le notizie sui problemi di oggi e sulle proposte per domani… si discutono le questioni risolte dai Tribunali ieri” perché ritengo si debba scattare una foto che precisi la dimensione giusdetta del candidato Luciano D’Alfonso. Ho conosciuto attività di accertamento su ogni momento della mia vita e ho contato nove processi, tutti finiti con assoluzioni “perché il fatto non sussiste”:
1) Per il trasferimento della dott.ssa Maria Pia De Simone (abuso, corruzione e concussione): assolto dal Gup di Chieti (abuso), dal Gup di Pescara (concussione) e dalla Cassazione (corruzione);
2) Concorso Dezio: assolto dal Tribunale di Pescara (4 capi di imputazione su 5), assolto in appello con formula piena su tutte le imputazioni;
3) Urbanistica: prosciolto davanti al Gup di Pescara;
4) Housework: assolto dal Tribunale di Pescara;
5) Ecosfera: assolto davanti al Gup di L’Aquila;
6) Huge Wine Glass di Toyo Ito: prosciolto dal pm;
7) Pescara calcio: prosciolto davanti al Gup di Pescara;
8) Omicidio Pagliari: prosciolto davanti al Gup di Pescara;
9) Denuncia per violenza sporta dal senatore Andrea Pastore: prosciolto.
Rimane la contestazione fatta dal pm davanti al Tribunale di Pescara per il cosiddetto processo Mare-monti, in cui mi si contesta il concorso in falso per l’idoneità di un tratto di sedime viario che entra nei confini di una riserva, di una perizia di variante concepita e adottata da organi e figure che mai hanno rilevato né potevano rilevare il mio coinvolgimento funzionale. Per quanto riguarda gli esiti della magistratura contabile, sono a disposizione di tutti all’indirizzo web
http://www.pontedelmare.it/delibere-corte-dei-conti.html.
Non ho mai parlato di processi, ho sempre collaborato con le autorità, mai sottraendomi a chi mi doveva giudicare. Non ho mai detto nulla sugli inquirenti, e mi sono sottoposto al giudizio dei cittadini anche quando era già in essere un’attività di indagine su di me.
Alcuni organi di stampa hanno riprodotto il punto di vista dell’accusa, che è fondamentale ma è solo uno dei tre che costituiscono il processo penale. Non è giusto dare una rappresentazione pornografica degli atti processuali. Uno di questi processi ha interrotto violentemente un mandato sancito dai cittadini: nel 2008 fui riconfermato sindaco di Pescara con una grande maggioranza e dopo sei mesi mi fu impedito di esercitare la mia funzione; un anno fa fui assolto da tutte le accuse.
Per questo mi sono rivolto ad un avvocato che verifichi la correttezza di quanto scritto. Già una volta una testata nazionale fu condannata a versarmi 120mila euro; da oggi creerò una provvista finanziaria per le opere pubbliche con i risarcimenti ottenuti da chi dà letture pornografiche delle sentenze che mi riguardano. Per parte mia, non ho mai citato un mio avversario per i problemi giudiziari che ha avuto; parlerò di Abruzzo perché voglio discutere di temi, ma non pretenderò che i miei competitori facciano lo stesso.
Oggi dico: entriamo nel merito delle questioni che interessano davvero gli abruzzesi. Sono pronto a confrontarmi con chiunque. Ritengo di essere l’unica garanzia che questa Regione non scanserà le responsabilità: ho conosciuto lunghi quinquenni di nascondimento e di “non mi compete” ma la Regione che voglio io è competente e gigantesca. Per questo mi candido due volte: per fare e per rimediare a ciò che non è stato fatto finora, e non saranno le urla sguaiate di orde barbariche a fermarmi. Spero che in Abruzzo non si corra ad abbattere l’avversario né a porgli ostacoli come si fece nel 2005, quando con una decisione presa nottetempo fu cambiata la legge elettorale e io non potei candidarmi.
Pubblicherò i nomi di chi finanzierà la mia campagna elettorale. Intanto posso dire che il camion che sto usando è di un amico, Camillo Addario, che non ha avuto contratti da enti pubblici o dall’Anas, e l’autista è suo nipote; ho anche dei volontari che mi supportano. Abbiamo un conto corrente grazie al quale arriveranno aiuti economici e renderemo noti i nomi di chi mi sosterrà, concordando con il mio legale le forme di pubblicità di ogni aiuto ricevuto: voglio rendere indiscutibile qualsiasi aiuto mi pervenga.
Ci sarà pure una ragione per cui ho vinto ogni volta che mi sono candidato: quando dico una cosa la faccio, e nei miei giri per l’Abruzzo vedo solo consenso che attende un’urna in cui depositarsi.”
Luciano D’Alfonso