Pubblichiamo l’articolo di Tetsuya Suetsugu, giornalista di Yomiuri Shimbun International Edition, il più importante giornale del Giappone che è venuto a L’Aquila in occasione del terzo anniversario del sisma. Lo Yomiuri Shinbun (読売新聞?) è un quotidiano giapponese pubblicato a Tokyo, Osaka, Fukuoka, e in altre città del Giappone. Fondato il 2 novembre1874, è il giornale più diffuso al mondo, la sua tiratura si aggira intorno alle 14 milioni di copie giornaliere.
Ricostruzione ferma per difficoltà finanziarie. I cittadini: “Una città fantasma” – L’Aquila tre anni dopo il terremoto
Questo mese passeranno tre anni dal terremoto che ha provocato più di 300 vittime a L’Aquila, città del centro Italia. Il centro storico medioevale ha subito gravissimi danni, ma la ricostruzione è pressoché ferma. Per restaurare gli edifici storici è necessario molto tempo e denaro, ma la difficile situazione finanziaria italiana e l’inefficienza della Pubblica Amministrazione non facilitano il processo di ricostruzione, mentre il malcontento della popolazione aumenta.
Con una storia di 750 anni e 70.000 abitanti, l’Aquila è da sempre una città turistica. Tanti palazzi in pietra del centro storico sono stati coperti da impalcature e lasciati in questo stato, con la proibizione di entrare nell’area. Ci sono anche zone della città dove ai palazzi crollati non si è posto nessun rimedio.
“La ricostruzione non procede e L’Aquila sembra una città fantasma. La colpa è della disorganizzazione del Governo”, sono le parole di Natalia Nurzia, 37 anni, proprietaria di un bar che si affaccia sulla piazza centrale. L’afflusso dei turisti è fortemente diminuito, così come il numero dei clienti calato del 90%. Le entrate economiche sono invece scese del 60%.
Secondo Pietro Di Stefano, 56 anni, assessore alla ricostruzione dell’Aquila, su circa 26.000 edifici della città più di 10.000 necessitano di una forte manutenzione a causa dei danni provocati dal terremoto. Tuttavia, solo la metà di questi è stata restaurata. Sono proprio i palazzi più antichi ad aver subito i danni maggiori e a richiedere interventi più significativi. Inoltre l’assessore dichiara: “Per recuperare il patrimonio storico della città, è necessario far tornare gli edifici al loro stato originale, ma la difficile situazione finanziaria non ci consente di ricevere fondi a sufficienza”.
Il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, 59 anni, afferma con decisione scagliandosi contro il Governo: “Il responsabile della ricostruzione è un incapace, per firmare un solo documento ci sono voluti 4-5 mesi. Per questo motivo in tre anni la situazione della città non è migliorata. Di questo passo, per terminare il progetto di ricostruzione saranno necessari dai 10 ai 15 anni”.
D’altra parte, un giornalista locale critica: “La colpa è anche del Comune che non ha saputo essere convincente nelle sue richieste al Governo. Se paragonato ad altri Comuni che hanno subito dei danni analoghi, il processo di ricostruzione dell’Aquila procede molto lentamente. Sia il Parlamento che il Consiglio Comunale non fanno altro che pensare ai contrasti interni, senza occuparsi in modo efficiente della situazione”.
Alla fine a pagare è sempre la popolazione. Quasi 2.800 persone vivono ancora nelle case provvisorie. Una di loro, Alfila Achilova, casalinga di 47 anni, dice: “È incredibile ci voglia così tanto tempo, devono fare qualcosa”. Inoltre, circa 20.000 persone non possono tornare nelle loro abitazioni e vivono negli appartamenti predisposti dal Comune.
Prima del terremoto che ha distrutto la città, si erano verificate scosse più deboli, senza che i cittadini ne fossero avvertiti. Per questo, sette sismologi sono stati accusati di omicidio colposo. Il processo è ancora in corso. Gli avvocati difensori dichiarano: “La colpa è da imputare agli errori di costruzione degli edifici”. Vincenzo Vittorini, medico di 48 anni che abitava al quarto piano di un palazzo andato distrutto, e che ha perso in seguito al crollo la moglie di 45 anni e la figlia di 9, afferma invece: “Forse sarebbe stato difficile prevedere il terremoto, ma la popolazione andava avvertita”.
di Tetsuya Suetsugu, 27 aprile 2012
Traduzione a cura di Silvia Ricci