Dagli studi Rai … alla comunione dei Santi. Passando per L’Aquila
Il Frate Minore Cappuccino Mariano da Torino, 1972-2022, è oggi Venerabile
di Fra Piero Sirianni | 30 Marzo 2023 @ 07:03 | CREDERE OGGI
Il Frate Minore Cappuccino Mariano da Torino, 1972-2022, è oggi Venerabile. Ha lavorato dal 1955 al 1972 in Rai per la conduzione di trasmissioni radiotelevisive; lo ritroviamo nel nostro convento aquilano di santa Chiara nel triennio 1968-1971. Lo scorso lunedì, 27 marzo, il Ministro Provinciale dei Cappuccini, fra Simone Calvarese, ha presieduto la celebrazione eucaristica in ricordo di padre Mariano a Roma, presso la chiesa cappuccina dell’Immacolata Concezione.
La figura di padre Mariano Roasenda è ancora viva nel cuore e nella mente delle anziane generazioni che ne seguivano le trasmissioni televisive o lo ascoltavano alla radio; ricordano le sue catechesi, l’annuncio del Vangelo, i dibattiti sui grandi temi etici e sociali.
Oggi lo commemoriamo anche nel nostro capoluogo abruzzese, poiché il convento cappuccino e la città di L’Aquila lo hanno visto protagonista di soggiorni e di predicazioni. Si ricorda che, eccetto due brevissimi accenni fatti dallo stesso p. Mariano nel riportare le sue predicazioni annuali e pubblicati nel Bollettino Ufficiale della Provincia Romana dei Frati Minori Cappuccini [XXVII (1967) 38, p. 90; XXVIII (1968) 39, p. 48], si avevano solo testimonianze orali. Tuttavia, dal riordino dell’archivio conventuale aquilano è emerso un registro per le firme dei confratelli sacerdoti, ospiti del convento di S. Chiara in L’Aquila, che vi celebravano la S. Messa. Alla pagina 13 compare il nome di p. Mariano da Torino: sappiamo così che egli soggiornò nel capoluogo abruzzese nei giorni 30-31 luglio 1968. Questo documento di archivio conferma e avvalora i ricordi dei confratelli che ebbero la grazia di incontrare p. Mariano quando vivevano nel convento aquilano e aggiunge un nuovo tassello alla già ampia e ricca biografia del Ven. Mariano da Torino. La presenza di padre Mariano a L’Aquila, dunque, è attestata negli anni 1968-1971. Egli si recava presso il nostro convento di santa Chiara per brevi periodi di riposo durante l’estate. Lo accompagnava abitualmente il confratello padre Bernardino da Acuto. È certo anche che padre Mariano venne nel capoluogo abruzzese per motivi di predicazione, particolarmente negli anni 1968-1969.
La stanza dove era abitualmente ospitato non c’è più, ma, in occasione dell’anno cinquantenario della sua morte, vi è stato posto un quadro a ricordo, inaugurato dall’ex Ministro Provinciale dei Frati Minori Cappuccini della Provincia Serafica Immacolata Concezione fr. Matteo Siro, alla presenza di tanti frati convenuti per un incontro, il 12 maggio dello scorso anno.
La predicazione di padre Mariano era coraggiosa, ricca di quella parresia evangelica desiderata dallo Spirito per tutti i battezzati, testimoni della fede e della vita nuova che la grazia dona a ogni persona umana; le sue espressioni erano semplici e riuscivano a entrare nelle case degli italiani.
Egli ci indica la via della testimonianza e dell’annuncio; la gioia di divenire prossimi a ogni persona umana. Papa Francesco scriveva all’inizio del suo ministero petrino: «L’evangelizzazione è compito della Chiesa. Ma questo soggetto dell’evangelizzazione è ben più di una istituzione organica e gerarchica, poiché anzitutto è un popolo in cammino verso Dio. Si tratta certamente di un mistero che affonda le sue radici nella Trinità, ma che ha la sua concretezza storica in un popolo pellegrino ed evangelizzatore, che trascende sempre ogni pur necessaria espressione istituzionale» (Evangelii gaudium 111). Continuava il Papa con queste espressioni molto calde: «Il Signore chiama anche te ad essere parte del suo popolo e lo fa con grande rispetto e amore» (Evangelii gaudium 113).
La testimonianza di padre Mariano da Torino – in santità di vita e annuncio evangelico – susciti anche in ciascuno di noi il desiderio di fare la nostra parte per il Regno, la promozione umana, l’annuncio della gratuita salvezza divina, l’edificazione della civiltà dell’amore e della concordia.