Cure domiciliari, Usb Abruzzo: “Garantire la clausola sociale”
di Redazione | 25 Maggio 2023 @ 20:13 | ATTUALITA'
L’AQUILA – Nella giornata del 24 maggio, presso la Regione Abruzzo a L’Aquila, si è tenuto un incontro del direttore ARIC (Agenzia Regionale Informatica e Committenza) con le OOSS sulla clausola sociale per la gara europea per l’affidamento del servizio di cure domiciliari.
“Il direttore ha cercato di tranquillizzare tutti sul fatto che si salvaguarderà il personale attualmente impiegato in tali servizi non convincendo appieno le OOSS e ancor meno la nostra”, così il coordinatore di USB Lavoro Privato Chieti/Pescara, Romeo Pasquarelli.
“Ci teniamo a ribadire che la natura della gara creerà non pochi problemi su diversi aspetti, in primis sul fatto che con il tempo le nuove assunzioni dei soggetti economici coinvolti (14 aziende diverse tra cui gli utenti potranno scegliere) avranno la possibilità di assumere secondo le leggi vigenti e quindi anche professionisti con partita iva. L’UBS ha mostrato tutta la sua contrarietà ad un modello che con il tempo conduce alla scomparsa di rapporti di lavoro subordinato anche se si salvaguardano gli attuali organici contrattualizzati e che comunque l’organizzazione dei servizi così come prevista richiederà una flessibilità estrema.
Essendoci 14 aziende con la possibilità di svolgere il servizio e non più una i lavoratori potrebbero trovarsi di fronte a situazioni anomale anche se il direttore ha cercato di rassicurare ponendo all’attenzione il fatto che gli assistiti ADI aumenteranno in numero esponenziale nei prossimi anni e addirittura mancherà personale da reclutare da parte delle aziende.
Tutte le OOSS hanno evidenziato come vadano inserite nella clausola sociale dei criteri a protezione degli attuali impiegati nel servizio ma anche per i futuri assunti per conservare la natura di subordinazione dei rapporti di lavoro. Naturalmente non sono mancati momenti di tensione ma, se ancora servisse spiegarlo, noi dell’USB riteniamo che vada intrapreso un percorso di rivendicazioni che conduca all’internalizzazione dei servizi con conseguente assunzione dei lavoratori da parte delle 4 ASL.
Il modello che si vuole introdurre è già stato sperimentato in regione Lazio con risultati disastrosi.
Il direttore ha anche spiegato che il servizio dovrebbe avere inizio non prima della fine di luglio e nel periodo che condurrà a quella data ci saranno accordi quadro con gli operatori con la fase di accreditamento delle stesse e, a seguito delle indicazioni date dalle OOSS, invierà una proposta sulla clausola sociale da applicare. Tutte le OOSS hanno richiesto che venga fatto un tavolo con tutti i soggetti coinvolti (aziende, asl, sindacati e Assessore regionale che nella odierna riunione era colpevolmente assente) per la condivisione ed accettazione di tale clausola perché i lavoratori devono sapere che quando parte il servizio dovranno avere certezza che il loro contratto di lavoro conservi l’attuale natura.
Si è discusso anche della situazione anomala che vige nella asl di Pescara dove, in barba alle leggi vigenti, gli operatori sono tutti con contratti di partita IVA e che resterebbero esclusi (come da legge) dalla clausola sociale. Il discorso è stato subito chiuso perché vi è un’indagine giudiziaria che farà chiarezza ma noi dell’USB abbiamo chiesto una forma di salvaguardia anche per questi lavoratori che potrebbero essere delle false partite iva e quindi in qualche modo vanno salvaguardati
A noi dell’USB la situazione non convince affatto e per questo chiediamo a tutte le altre OOSS di svolgere unitariamente assemblee retribuite dei lavoratori per coinvolgerli e portarli a conoscenza di quanto si sia discusso nella riunione e su come si intenda procedere nelle scelte da fare rispetto alla clausola sociale. Crediamo che non ci siano problemi da parte delle altre sigle sindacali ma qualora ce ne fossero convocheremo una riunione aperta a tutti i lavoratori coinvolti per informarli e coinvolgerli.
Quanto alla politica, responsabile di questo scempio in atto nella sanità abruzzese, ha il dovere di avviare un confronto sindacale per la reinternalizzazione dei servizi e mettere fine ad un mercato speculativo fatto sulla salute dei cittadini e a danno dei lavoratori.”