Crua, lo spettro dei licenziamenti e i tempi della riqualificazione
di Marianna Gianforte | 24 Febbraio 2023 @ 05:17 | AMBIENTE
L’AQUILA – Sono arrivate come un ‘fulmine a ciel sereno’ le lettere di licenziamento a otto dei dieci lavoratori e lavoratrici del Crua, il Consorzio di ricerca unico d’Abruzzo. Restano a lavoro soltanto i due tecnici di laboratorio. A poco più di due mesi dall’annuncio del vicepresidente della Regione Abruzzo, che ha la delega, tra le altre cose, all’Ambiente e all’Agricoltura Emanuele Imprudente, dell’avvio di un investimento per sei milioni di euro per la ricerca in agricoltura in regione, con la riprogrammazione del ‘Piano sviluppo e coesione Abruzzo’, i dipendenti si sono visti arrivare la brutta notizia come “una doccia fredda”. A scriverlo, chiedendo la revoca immediata dei licenziamenti e l’apertura di un tavolo di trattativa, è il sindacato Filctem Cgil della Provincia dell’Aquila. Al quale però risponde l’assessore Imprudente, rivendicando l’impegno della Regione verso il Crua e verso il comparto regionale dell’agricoltura.
La “doccia fredda”, scrive il sindacalista della Filctem Cgil Roberto Moretti, arriva “nonostante le rassicuranti dichiarazioni sul rilancio del Crua degli ultimi mesi. È notizia di dicembre che la Regione Abruzzo aveva destinato al Crua, insieme ad altri soggetti partner, un finanziamento di 6 milioni di euro ‘immediatamente disponibili’ per il progetto Ricrea: ‘riqualificazione del Crua per ecosistemi agroambientali’”. Il sindacalista fa notare anche che “il vicepresidente Imprudente rivendicava anche lo stanziamento di 200mila euro nel mese di giugno dello scorso anno e l’affidamento al Crua di servizi in convenzione con l’Istituto zooprofilattico di Teramo per un importo di 140mila euro l’anno. Più volte negli ultimi mesi abbiamo espresso la nostra preoccupazione circa il futuro del consorzio di ricerca, chiedendo di essere. Il rischio che segnalavamo era che lavoratrici e lavoratori, dopo aver avuto accesso negli anni 2020 e 2021 a prestazioni legate all’emergenza Covid, nel corso del 2022 stavano usufruendo dell’intervento del fondo di solidarietà bilaterale per le attività professionali e il raggiungimento del periodo massimo di copertura del fondo avrebbe lasciato i dipendenti in forza senza alcun diritto a prestazioni di integrazione salariale. Non solo si è avverato questo – sottolinea Moretti -, ma si è giunti al licenziamento della quasi totalità di lavoratrici e lavoratori senza alcun confronto preventivo”. La graduale ripresa delle attività, spiega Moretti, avrebbe dovuto incominciare “sin dal mese di marzo 2021, consentendo ai dipendenti di ritornare a svolgere la propria attività lavorativa. Non si è mai riusciti a riprendere l’attività. Il vicepresidente Imprudente, relativamente alla procedura concorsuale cui il Crua è stato ammesso nel mese di settembre dello scorso anno, parlava di continuità operativa dell’ente. Ciò che ci domandiamo è come sia possibile assicurare la continuità senza il personale necessario a tal fine”. Infine, la nuova richiesta di un “confronto alla Regione e all’amministratore unico del Crua”, la revoca dei licenziamenti, la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali, e l’apertura di un tavolo con l’obiettivo di riprendere al più presto le attività e rilanciare il Crua”.
Il vicepresidente Imprudente risponde al sindacalsta, ricordando che “dal 2017 il Crua non fa più attività. Su di esso la Regione non aveva in passato costruito alcun tipo di percorso o progetto. Ora siamo arrivati a una fase nella quale invece questa amministrazione regionale ha costruito un piano industriale (approvato in Giunta regionale), portando avanti alcuni primi atti per uscire dall’impasse, dalla quale effettivamente siamo usciti. L’amministratore unico del Crua – ricorda Imprudente – ha fatto richiesta di concordato di continuità. Contemporaneamente, la Regione Abruzzo ha fornito un servizio al Crua, costruito insieme all’Istituto zooprofilattico di Teramo, un progetto specifico, che fa ripartire la continuità aziendale. C’è, come dicevo, un piano di concordato di continuità, nell’ambito del quale la Regione per la prima volta fornisce un servizio, affidato, come dicevo, allo Zooprofilattico, e in convenzione lo fa il Crua, ossia attività nuove e che proseguono nel tempo. A questo si aggiunge un progetto di ricerca finanziato con 6 milioni di euro. Ripartendo le attività, via via si darà corso alle necessità del centro”.
Una vicenda, quella del Crua, complessa e lunga. Ammonta a 2 milioni di euro il debito che il Consorzio di ricerca unico d’Abruzzo ha nei confronti dell’erario, dell’Inps e anche dei dipendenti e di alcuni fornitori. Nel corso della precedente amministrazione regionale il Crua è uscito dallo stato di liquidazione, senza però avere la liquidità per fronteggiare i debiti. Più recentemente l’amministratore unico ha presentato un piano di risanamento, approvato dall’attuale governo regionale, che ha stanziato le somme annuali per rateizzare il debito sino al 2025. Rateizzazioni che, però, il Consorzio non è riuscito a rispettare a causa dei pignoramenti: di qui l’esposizione all’istanza di fallimento di due ex dipendenti per 80mila euro. Per evitare il fallimento l’amministratore ha presentato una richiesta di concordato in continuità, forte dell’ottenimento di una commessa dall’Istituto zooprofilattico di Teramo per 130mila euro, fondamentale base di partenza appunto, per il concordato. Ma ciò non basta ancora a dare al Crua la forza di reggersi sulle proprie gambe, in quanto la commessa permette di mantenere una persona a lavoro al 100 per cento e una al 50 per cento. Gli altri dipendenti rimasti sino a questo momento in cassa integrazione (Fis), alla scadenza del 13 febbraio sono tornate in organico, per poi essere raggiunte dalla procedura di licenziamento immediato perché le risorse sono ancora esigue e i costi, da quanto si apprende, molto alti. L’intento, come è scritto nella lettera di licenziamento, è di riassumere il personale. Non appena si potranno avviare le attività destinatarie del finanziamento regionale di 6 milioni di euro, il personale necessario a realizzare il progetto Ricrea dovrebbe essere, così, assunto di nuovo. All’orizzonte c’è, infatti, ancora la speranza che il piano allegato alla domanda di concordato venga approvato dall’assemblea dei creditori e poi omologato dal tribunale di Avezzano, permettendo, finalmente, la continuità aziendale.