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Covid19: vaccino prodotto in Italia, primi test ad aprile su 550 volontari

Si potrà usare da settembre

di Redazione | 13 Aprile 2020 @ 16:20 | SALUTE E ALIMENTAZIONE
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Inizieranno a fine aprile in Inghilterra i test sull’uomo – su 550 volontari sani – del vaccino messo a punto dal Jenner Institute della Oxford University insieme all’azienda italiana Advent-Irbm di Pomezia.

Lo ha annunciato l’ad di Irbm Piero Di Lorenzo che all‘Ansa ha dichiarato che prevede di “rendere utilizzabile il vaccino già a settembre per vaccinare personale sanitario e Forze dell’ordine in modalità di uso compassionevole”.

L’Irbm è una società italiana, fondata nel 2009 a Pomezia, operante nel settore della biotecnologia molecolare, della scienza biomedicale e della chimica organica.

Di Lorenzo annuncia che è “ormai in fase finale la trattativa per un finanziamento di rilevante entità con un pool di investitori internazionali e vari Governi interessati a velocizzare ulteriormente lo sviluppo e la produzione industriale del vaccino”.

“Si è deciso di passare direttamente alla fase di sperimentazione clinica sull’uomo, in Inghilterra – spiega Di Lorenzo all’ANSA – ritenendo, da parte della Irbm e della Oxford University, sufficientemente testata la non tossicità e l’efficacia del vaccino sulla base dei risultati di laboratorio, che sono stati particolarmente efficaci”.

I vaccini sono prodotti utilizzando una versione sicura di un adenovirus; un altro virus che può causare una comune malattia simile al freddo. L’adenovirus è stato modificato in modo che non possa riprodursi all’interno del corpo, ed è stato aggiunto il codice genetico per fornire le istruzioni per la produzione della proteina Spike del coronavirus, consentendo all’adenovirus di produrre questa proteina dopo la vaccinazione. Ciò comporta la formazione di anticorpi contro la proteina Spike, che si trova sulla superficie dei coronavirus. In qualcuno che è stato vaccinato, gli anticorpi contro lo Spike possono legarsi al coronavirus e impedirgli di causare un’infezione.


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