Covid, Patrizio, il poliziotto aquilano contagiato. Sono pronto a riprendermi la mia vita
di Matilde Albani | 07 Aprile 2020 @ 07:15 | ATTUALITA'L’AQUILA – Dieci giorni fa, sul suo profilo Facebook, aveva scritto di aver contratto il Covid19 e di sentirsi in dovere morale di avvisare le persone che erano state in contatto con lui. E L’Aquila si era stretta virtualmente intorno a lui e al suo coraggio. Oggi, Patrizio Cardelli, come un leone, o meglio con la cocciutaggine delle sue origini sarde sta combattendo la sua personale battaglia contro il virus nel reparto di terapia sub-intensiva del San Salvatore, diretto dal prof. Franco Marinangeli. Provo a contattarlo e gli scrivo.
Come sta andando? La risposta non tarda ad arrivare, si tratta di una foto però che dice tutto. Una maschera sul viso che gli “spara” diciotto litri di ossigeno al minuto.
“Spero di chiudere questa brutta avventura”, mi dice. Patrizio è in Polizia dal 1987, una vita nella capitale a fare la scorta ai big e poi la trincea nelle zone calde di Roma, per finire a L’Aquila dal 2003 e ora nella sezione antiterrorismo. Passione per la montagna, parapendio, la batteria, la moto. Punto fermo la sua famiglia.
Come te ne sei accorto? “Tutto ha avuto inizio senza avere il tempo di capire. Forse è influenza, ma poi mi chiedo? L’influenza questo periodo mi pare strano. Capisco che è qualcosa di più serio, è Covid. E mi cade il mondo addosso, il primo pensiero è il timore per la mia famiglia e per chi mi è stato vicino”.
Come ti sentivi fisicamente? “Sofferenza fisica a tutto tondo, poi ricovero a malattie infettive e adesso in terapia sub-intensiva dove sono monitorato 24 ore su 24. La solitudine è la mia compagna di stanza, e poi c’è sempre la paura di non riuscire a farcela. Mi faccio coraggio da solo e cerco di non perdere la bussola”.
Come sono le giornate? “La notte è lunga e con essa i pensieri sordi e interminabili. Guardo la tv, sento parlare i “guru” della medicina come la dott.ssa Gismondo del Sacco che col coronavirus ci avrebbe fatto un ciondolo. I suoi numeri e la sua poco più che banale influenza stagionale!”.
Sei da solo, ma non sei solo, vero Patrizio? “Il personale sanitario, medici infermieri e paramedici sono fantastici. Volontarie sacrificano i loro affetti e con grande senso di responsabilità ti strappano un sorriso e si prendono cura di te”
Sei pronto per tornare a fare lo sbirro? Quando metterai sotto scacco il virus? “Di sicuro sono pronto a riprendermi la mia vita”