Covid: in Abruzzo 563 infortuni sul lavoro, nella sanità l’83% dei casi
di Redazione | 16 Giugno 2020 @ 11:23 | ATTUALITA'L’AQUILA – Sono 563 le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 in Abruzzo di cui 2 con esito mortale.
È quanto emerge dal report dell’Inail aggiornato al 31 maggio, che pone la regione al 14esimo posto in Italia per percentuale di casi.
Le province col maggior numero di casi sono quelle di Chieti, con 184, e Pescara, 231. Seguono Teramo con 111 e L’Aquila con 37.
La percentuale maggiore riguarda la fascia d’età tra i 35 e i 64 anni e gli infortunati sono in gran parte (65,7%) uomini.
In base a quanto emerge dal report, la gestione Industria e servizi registra il 98,4% delle denunce, seguita dalla gestione per conto dello Stato (1,6%). L’83,3% delle denunce codificate per attività economica (Ateco) riguarda il settore “Sanità e assistenza sociale” tra cui gli ospedali, le case di cura e di riposo incidono per il 95%.
“I dati sulle denunce di infortunio da Covid-19 che l’Inail mette a disposizione sono provvisori e il loro confronto con quelli osservati a livello nazionale dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) richiede cautele”, chiarisce l’Istituto nel report, “innanzitutto per la più ampia platea rilevata dall’Iss rispetto a quella Inail riferita ai soli lavoratori assicurati, e poi per la trattazione degli infortuni, in particolare quelli con esito mortale, per i quali la procedura presenta maggiore complessità dato l’attuale contesto, del tutto eccezionale e senza precedenti, di lockdown”.
“Numerosi infortuni, infatti, sono entrati negli archivi statistici dell’Istituto nel mese di aprile data la circostanza, emersa soprattutto agli inizi della pandemia e prima dell’emanazione della circolare Inail del 3 aprile 2020 n. 13, non sempre chiara di ricondurre la natura dei contagi da Covid-19 a infortunio sul lavoro”.
“Per quantificare il fenomeno”, si legge ancora, “comprensivo anche dei casi accertati positivamente dall’Inail, sarà comunque necessario attendere il consolidamento dei dati, con la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia. Inoltre, giova ribadire che i dati Inail sono un sottoinsieme del fenomeno osservato a livello epidemiologico dall’Iss, non essendo oggetto della tutela assicurativa Inail, ad esempio, una specifica platea, anche particolarmente esposta al rischio contagio, come quella dei medici di famiglia, dei medici liberi professionisti e dei farmacisti”. (m.sig.)