Covid, epidemiologo: sbagliato investire sul privato, se Regione Abruzzo lo fa denuncio

di Marco Signori | 13 Maggio 2020 @ 08:24 | ATTUALITA'
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L’AQUILA – “In Abruzzo i contagi sono oramai praticamente pari a zero, la sanità non è sovraccaricata di tamponi, addirittura l’Istituto zooprofilattico di Teramo sta facendo i test ai lavoratori edili quindi ha tempo e strumenti, non capisco perché la Regione debba dare soldi a società private”.

Sergio Tiberti non ha mai avuto peli sulla lingua, come si ricorderà dalla battaglia, legale ma non solo, contro l’ex rettore Ferdinando Di Orio, e oggi “piccona” le scelte della politica locale sulla gestione dell’emergenza Coronavirus.

“Ho visto chi ha inaugurato Dante Labs, posso pensar male?”, dice il docente di Epidemiologia, Igiene e Medicina del lavoro dell’università dell’Aquila con riferimento al laboratorio specializzato nello studio completo del genoma umano che ha annunciato di essere pronto a esaminare cinquemila tamponi al giorno ma che, a distanza di tre settimane ancora non riceve il necessario accreditamento da parte della Regione.

Che se arriverà “chiederò alla magistratura se è una cosa regolare o meno – aggiunge – perché la parata di personaggi di Fratelli d’Italia in questa storia mi fa chiedere cosa ci sia dietro, può darsi che non ci sia nulla ma qualora ci fosse è giusto che la magistratura intervenga”.

“Se una struttura privata viene accreditata paga la Regione, l’accreditamento significa questo – fa osservare Tiberti – . Inoltre una struttura privata per poter processare i tamponi dovrebbe avere un regolare permesso per laboratorio di analisi cliniche virologiche con un direttore sanitario specialista, a casa mia questo prevede la legge”.

“Chi fa un investimento ha il rischio d’impresa”, aggiunge il professore, “chi si butta su questo business, che per me non dovrebbe essere un business, apre un laboratorio e fa un investimento, sempre che sia vero e che gli investimenti ci siano. Gli auguro ogni successo ma in questa fase un accreditamento per me potrebbe anche rappresentare degli aspetti perseguibili, sia penalmente che dalla Corte dei Conti”.

“Sono peraltro del parere che i tamponi non sono utili per fare gli screenning, ma bisogna fare test sierologici, naturalmente quelli seri non quelli da 4 euro”, ribadisce poi Tiberti, che già nelle scorse settimane aveva sostenuto che “il tampone non ha una specificità di diagnosi al 100 per cento e deve essere fatto a chi presenta sintomi riconducibili all’influenza come tosse, starnuti, difficoltà respiratorie e temperature oltre 37,5 gradi o che abbia avuto nelle due settimane precedenti contatti con positivi superiori a 14 minuti”.

Per il professore è poi “un altro grave scandalo” che la Regione Lombardia mandi a Dante Labs dei tamponi da esaminare: “Una Regione come la Lombardia che non è adeguata per fare i tamponi, che non ha i reagenti è uno scandalo – insiste – peraltro ci sono società private che lo fanno anche in Piemonte, che sta molto più vicino dell’Aquila”.

“Non mi interessa chi governa in Lombardia, in Abruzzo, nelle Marche o nel Lazio, dove ci sono stati tanti casini sulle mascherine, perché come si vede dove metti le mani c’è da vergognarsi”, rileva Tiberti, “faccio un discorso di tipo scientifico e non politico”.

E ribadisce: “Il tampone non serve per fare screening ma dovrebbe servire unicamente per chi ha la sintomatologia e per chi è malato”.

“Non riesco a capire perché non si rafforza l’ospedale dell’Aquila che può fare 80 tamponi al giorno, si comprano gli strumenti che sicuramente costa meno dell’accreditamento di un laboratorio privato”, conclude Tiberti, che sulla scelta del Covid hospital di Pescara fa osservare come “è scientificamente provato che mettere una persona sotto ventilatore meccanico significa ucciderla, il governo non ha permesso di fare le autopsie, perché avrebbero scoperto che è inutile ossigenare sangue che non c’è, ci sono microtrombi che impediscono al sangue di affluire ai polmoni. La terapia più semplice del mondo è quella con l’eparina che è un farmaco che costa due lire”.


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