Costarelle, Pezzopane: “Più forze dell’ordine”. Capece: “Lo scopre ora?”
La consigliera comunale del Pd presenta un ordine del giormo per il 'protocollo di sicurezza'. Il segretario del Sappe: "E non sono esenti da colpe proprio i Governi che il consigliere comunale dell’Aquila Stefania Pezzopane ha sostenuto nel passato". Immediata la replica di Pezzopane:
di Redazione | 21 Gennaio 2023 @ 18:14 | POLITICA
L’AQUILA – “Messina Denaro detenuto al carcere di Preturo, una scelta del Governo che impone una riflessione ed un’allerta di sicurezza. Il supercarcere soffre di carenze di personale e questa presenza ingombrante aggrava una situazione delicata”. A scriverlo in una nota è la consigliera comunale del Pd Stefania Pezzopane, che chiede al sindaco di incalzare il Governo per potenziare organici procura e forze dell’ordine, e annuncia: “Presenterò un ordine del giorno per ‘L’Aquila città libera dalle mafie'”. Alla consigliera comunale dem risponde in serata il segretario nazionale del Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria, Donato Capece, che polemicamente domanda: “Solo oggi scopre che servono interventi per il sistema carcerario e soprattutto per la polizia penitenziaria che in esso vi lavora?”
“Chiedo al Sindaco di farsi parte attiva presso il governo Meloni, lo stesso che ha voluto farci questo regalo, di rafforzare immediatamente il presidio con personale adeguato perché il detenuto sia tenuto nel massimo controllo. Messina Denaro per 30 anni è riuscito a prendersi gioco dello Stato – prosegue Pezzopane nella nota – e credo sia assolutamente prioritario che non venga messo in condizioni di nuocere ancora con la sua radicata e tentacolare organizzazione criminale. Anche l’apparato giudiziario e la Procura abruzzese antimafia meritano un sguardo attento attraverso un adeguato rafforzamento di organici dei magistrati e delle forze di polizia. Sappiamo quanto il sistema mafioso sia insidioso e come spesso anche in carceri di massima sicurezza i boss hanno continuato a dettare le loro regole criminali. Non vogliamo correre nessun rischio. Se il carcere aquilano deve sopportare tale pesante carico, il territorio deve essere messo nelle condizioni di sicurezza. Propongo anche che il Comune si doti di un Protocollo antimafia che possa dare un segno forte ai poteri criminali ed in tal senso ho predisposto un ordine del giorno in Consiglio comunale per ‘L’Aquila città libera dalle mafie’. Abbiamo combattuto per una ricostruzione pulita, con successo, in questi anni e grazie alla resistenza di Procura Antimafia e Magistratura, Prefettura, e ad un sistema sano di imprese e cittadinanza, i tentativi dei poteri criminali di inserirsi sono stati sventati più volte. Di questo dobbiamo essere orgogliosi, ma non basta e non dobbiamo abbassare la guardia. Ricostruzione e Pnrr muovono tante risorse e sono purtroppo attrattivi naturali dei voraci poteri criminali”.
Nella sua replica Capece sottolinea che “siamo abituati a sentire le ipocrisie dei politici che, quando sono all’opposizione, dicono una cosa e poi invece, quando sostengono la maggioranza, ne fanno un’altra”. Così incomincia la nota di Capece. “E il consigliere comunale dell’Aquila Stefania Pezzopane ne è una chiara dimostrazione. Si interessa oggi di carcere e di tematiche penitenziarie dopo che per anni nulla ha fatto per migliorare la situazione delle carceri abruzzesi. Eppure, è stata presidente della provincia dell’Aquila dal 2004 al 2010, senatrice della Repubblica dal 2013 al 2018 e deputata dal 2018 al 2022. Solo oggi scopre che servono interventi per il sistema carcerario e soprattutto per la polizia penitenziaria che in esso vi lavora?”.
“Scopre oggi che la situazione penitenziaria dell’Aquila e dell’Abruzzo è in affanno? C’era bisogno della detenzione di Matteo Messina Denaro per scoprirlo? Ma fino ad oggi dov’era? Dov’era quando, per decenni – prosegue il segretario del sindacato -, il SAPPE lanciava appelli ai politici abruzzesi per una nuova esecuzione della pena ed un nuovo ruolo del Corpo di Polizia Penitenziaria, per altro mai raccolti dalla politica e dalle istituzioni? Evidentemente Pezzopane non sa che l’Istituzione penitenziaria svolge ogni giorno, in Abruzzo e nelle altre regioni della Nazione, delicati compiti istituzionali. Il Sappe ha in più occasioni sollecitato tutele ai poliziotti dell’Abruzzo per contrastare le aggressioni, le colluttazioni e i ferimenti che si verificano tante, troppe volte all’interno dei penitenziari regionali, anche valutando l’opportunità di sospendere la vigilanza dinamica ed il regime detentivo aperto che sono stati la causa principale della crescita esponenziale degli eventi critici in carcere. Le carceri – aggiunge Capece – sono nel caos perché a questo hanno portato anni di ipergarantismo, dove ai detenuti è stato praticamente permesso di auto gestirsi con provvedimenti scellerati ‘a pioggia’ come la vigilanza dinamica e il regime aperto, con detenuti fuori dalle celle pressoché tutto il giorno a non fare nulla nei corridoi delle Sezioni. E queste sono anche le conseguenze di una politica penitenziaria che invece di punire, sia sotto il profilo disciplinare che penale, i detenuti violenti, non ha assunto severi ma giusti provvedimenti, necessari anche per scoraggiare pericolosi effetti emulativi. E non sono esenti da colpe proprio i Governi che il consigliere comunale dell’Aquila Stefania Pezzopane ha sostenuto nel passato, quando era parlamentare”.
Immediata la replica della consigliera Pezzopane: “Non ho il piacere di conoscere il signor Capece segretario nazionale del Sappe/confsal che si è esibito in uno stravagante quanto infondato attacco politico, piuttosto che nel preoccuparsi delle condizioni dei lavoratori del carcere aquilano.
Ho collaborato sempre con le organizzazioni sindacali presenti sul territorio che in più occasioni hanno pubblicamente apprezzato il mio lavoro di costante attenzione alle problematiche della giustizia e delle carceri. In particolare ringrazio Giuseppe Merola della Cgil e Mauro Nardella della UIL con cui abbiamo fatto importanti iniziative in questi anni, e conosco molti operatori delle carceri abruzzesi con cui collaboro costantemente.
Ma fuori dalle polemiche, andiamo al punto: Capece vuole o no rafforzare gli organici del super carcere di Costarelle? Perché nel suo lungo comunicato stampa fa solo polemica senza spendere una sola parola per sostenere la necessità di sostegno al sistema giudiziario ed al supecarcere. Egli non sembra affatto preoccupato del nuovo ospite del carcere di Preturo che Meloni ha fatto arrivare a L’Aquila. La questione evidentemente non merita, secondo lui, una speciale attenzione del governo e dei ministri competenti. Perché nel comunicato sembra più preoccupato a fare polemica politica di parte che non ad aggregarsi ad una battaglia che porterò fino in fondo come ho sempre fatto in questi anni. L’arrivo in carcere di un criminale efferato, ricercato per anni dalla polizia internazionale, deve far scattare una unanime reazione.
Non ho mai avuto mai modo di incrociare il signor Capece durante le mie attivita politiche ed istituzionali fatte per la giustizia, per il potenziamento degli organici dei tribunali e della polizia penitenziaria e per i diritti dei detenuti. Non scopro certo ora le carceri ed i loro problemi. Me ne occupo da sempre, avevo 25 anni quando sono andata per la mia prima presenza in carcere da volontaria a Rebibbia dove conobbi Giulio Petrilli allora ingiustamente detenuto. Poi da Presidente della Provincia ho promosso con la assessora Teresa Nannarone iniziative culturali e corsi di formazione nelle carceri della Provincia ed in particolare nel carcere di Sulmona i quegli anni teatro di terribili e ripetuti suicidi. Mi sono occupata di quel carcere sollecitando potenziamento organici più volte e si può leggere negli atti parlamentari. Ho promosso da presidente della giuria del Premio internazionale L’Aquila -Bper Laudomia Bonanni una sezione carceri italiane che ha il patrocinio del Ministero della Giustizia e che per per oltre 10 anni si è svolto ogni anno con attenta preparazione dei detenuti e coinvolgimento del personale, iniziativa interrotta a causa solo dalla pandemia. Ho presentato interrogazioni su questioni del personale per il carcere di Teramo, Sulmona e L’Aquila, incalzando governi e ministri di ogni colore. L’ultima visita a Costarelle è del 27 maggio con la senatrice Anna Rossomando vice presidente del Senato abbiamo incontrato dirigenza e personale segnalando pu.
Laicamente al Ministro le esigenze di carenza di personale di polizia penitenziaria. Inoltre, cito solo alcune mie iniziative, tanto per risvegliare la sopita memoria di Capece: maggio 2021 intervento su Cartabia per emergenza carcere Sulmona, a febbraio 2020 sono intervenuta per il sovraffollamento del carcere dell’Aquila, nel 2017 interrogazione per il drammatico suicidio nel carcere di Sulmona, ad agosto 2017 ero intervenuta per le condizioni insopportabili per personale e detenuti nei carceri Aq e Sulmona per il caldo, a giugno 2017 avevo denunciato il buco di 40 agenti di polizia nel carcere di Sulmona, a marzo 2020 ho interrogato il ministro sulle carenze personale a Costarelle, ad aprile 2019 dopo aver visitato il carcere di Castrogno a Teramo, presentai una interrogazione e tenni una conferenza stampa a Teramo dove denunciai le pessime condizioni in cui operava il personale ed in cui erano allocati i detenuti. E sono solo alcuni esempi.
Il signor Capece che non nasconde le sue simpatie per la destra, conosce un altro parlamentare abruzzese a lui più politicamente affine che si sia occupato così costantemente di queste problematiche ? Può farmi il nome? Comunque sia, ribadisco: l’arrivo del nuovo detenuto super boss della mafia, voluto dalla Meloni, impone al governo interventi di potenziamento del personale del carcere e della giustizia”.
L’AQUILA, NON ACCENNA A PLACARSI LA ‘SINGOLAR TENZONE’ TRA IL SAPPE E IL CONSIGLIERE COMUNALE PEZZOPANE SU DETENZIONE MATTEO MESSINA DENARO E LE CRITICITA’ PENITENZIARIA
“La replica della signora Pezzopane alle mie dichiarazioni sul suo tardivo interesse alle tematiche penitenziarie dell’Aquila e dell’Abruzzo non sposta di una virgola il centro della questione: dice che ha fatto, ha fatto e dove sono i risultati? Certo, se pensa di risolvere tutto dicendo che ha collaborato con due sindacati confederali, per altro assolutamente minoritari, del Comparto penitenziario, beh allora siamo punto e a capo. Pezzopane parla di avere fatto interrogazioni parlamentari, corsi di formazione per i detenuti… e allora? I risultati dove sono? Dov’era la signora Pezzopane quando il governo di sinistra che lei sosteneva ha cancellato il Provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziaria di Pescara, la centrale operativa regionale della Polizia Penitenziaria, ha avuto la folle idea di mettere i maggiorenni fino a 25 anni nelle carceri per minori, ha introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario aperto che è causa dell’impennata di eventi critici tra le sbarre? Se ne faccia una ragione: il SAPPE, bontà sua, è autonomo, apolitico, apartitico e questo ci consente di dire le cose a tutti senza problemi. Ma di certo il primo Sindacato della Polizia Penitenziaria non si fa prendere per il naso da chi oggi pensa di avere scoperto l’acqua calda e i problemi carcerari, come la signora Pezzopane…”.
Lo dichiara il Segretario Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, Donato Capece, dopo le nuove dichiarazioni alla stampa del consigliere comunale dell’Aquila Pezzopane.
“Le donne e gli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria non possono continuare ad essere aggrediti o a trovarsi costantemente in situazioni di alta tensione senza che si adottino provvedimenti urgenti”, aggiunge Capece. “Siamo al collasso e lo eravamo anche prima che fosse detenuto all’Aquila Matteo Messina Denaro! Serve una stretta normativa che argini la violenza dei pochi, anche a tutela degli altri detenuti e delle altre detenute. Il personale di Polizia Penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni: lo sa questo la signora Pezzopane? La verità è che chi scopre l’acqua calda oggi dovrebbe sapere che il carcere si vive 24 ore su 24, 365 giorni, tra le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria, donne e uomini che pressoché quotidianamente hanno a che fare con detenuti che mettono a repentaglio l’ordine e la sicurezza della sezione detentiva, che si confrontano a detenuti con in mano una o più lamette intrise di sangue, o con una padella piena d’olio bollente tra le mani pronta per essere buttata in faccia all’operatore, o con un piede di tavolino in mano pronto ad essere scagliato contro un poliziotto. Dovrebbero sentire anche tutti coloro che oggi si professano nuovi esperti carcerari, sui loro visi, i pugni, le sberle, gli sputi che prendono i nostri Agenti in servizio dai detenuti più violenti. E poi ne parliamo…”.