
L’esempio del sisma di Lorca del 2011 – L’estrazione di acque sotterranee innescò il terremoto dell’11 maggio 2011 a Lorca, nel Sud della Spagna. Lo suggerisce lo studio a guida canadese pubblicato sulla rivista Nature Geoscience, coordinato da Pablo Gonzales della University of Western Ontario, e al quale hanno contribuito due ricercatori italiani, Mimmo Palano e Flavio Cannavò, entrambi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). La ricerca mette in evidenza l’influenza del comportamento dell’uomo rispetto alla crosta terrestre e alla relativa attivitaà sismica. Secondo i ricercatori, le attività di origine antropica possono influenzare modalità e tempi di un terremoto.
”Il terremoto potrebbe essere dovuto ad un’azione indotta dall’uomo, che ha sfruttato le falde acquifere del luogo, causando una perdita della pressione di carico sulla crosta” spiega Cannavò. ”In vent’anni – aggiunge – la falda si e’ notevolmente abbassata, fattore che sul lungo periodo ha provocato gli effetti di un terremoto. E’ come se mettessimo un libro sopra un cuscino di spugna e poi venisse tolta l’acqua”. Il sisma dello scorso anno, che registrò una magnitudo di 5,1, uccise nove persone e danneggiè gravemente numerosi edifici nella città di Lorca. ”L’epicentro sismologico – osserva Cannavò – si e’ verificato lungo la faglia Alahama de Murcia, a circa 1 – 1,5 chilometri di profondità, distanze molto basse rispetto alla norma”.
Gli studiosi hanno utilizzato l’interferometria radar e le immagini del satellite europeo Envisat per analizzare la deformazione del suolo provocata dal terremoto. E’ emerso così che il percorso di slittamento della faglia è legato ad alcune variazioni nella tensione della crosta terrestre causate da una caduta di 250 metri nella falda naturale a partire dal 1960. La relazione con questo fattore implica che i cambiamenti di tensione indotti dall’uomo hanno contribuito a scatenare il terremoto di Lorca, hanno influenzato l’estensione della stessa faglia e, con essa, la violenza del terremoto.