Coronavirus, Sos dei pastori: “Con la crisi a rischio stagione della tosatura”
di Mariangela Speranza | 12 Aprile 2020 @ 07:30 | ATTUALITA'
L’AQUILA – Concentrazione di zecche altri parassiti, ma anche conseguenze sulla fertilità e sulla produzione di latte.
Sono questi i rischi a cui incorrono i capi di ovino che non vengono sottoposti periodicamente alla tosatura. Una prassi millenaria, che l’uomo ha sempre compiuto al fine da liberare gli animali dal vello durante il periodo estivo ma che quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria, verrà posticipata a data da destinarsi, con conseguenze più o meno gravi sul benessere di intere greggi.
Come afferma infatti a L’Aquila Blog l’allevatrice aquilana Valeria Gallese, “non tutti hanno a disposizione l’attrezzatura adatta e per questo si affidano in genere a squadre di esperti che, in concomitanza dell’arrivo della bella stagione, viaggiano in lungo e in largo per l’Italia proprio al fine di occuparsi delle pecore di piccole e medie aziende”.
Non ci si può infatti improvvisare tosatori, in quanto esistono tecniche precise per effettuare un lavoro che sia realmente efficace. Tecniche che in primis non ledano l’animale e che vengano inoltre effettuate utilizzando specifici arnesi del mestiere. Di solito si ricorre a cesoie a molla molto affilate, del tutto simili ad un rasoio, ma non mancano scuole di pensiero che prediligono un più moderno rasoio elettrico. Fondamentale, però, che il vello venga tosato in maniera uniforme, restando compatto una volta tagliato, come se fosse ancora sul corpo dell’animale.
“Le squadre di tosatori che se ne occupano – spiega Valeria Gallese -, arrivano in genere dall’Australia e dalla Nuova Zelanda e si spostano di regione in regione insieme a gruppi organizzati del sud Italia. Quest’anno il problema è che, a causa del Coronavirus, muoversi è diventato praticamente impossibile e tutti iniziano a porsi il problema in vista dell’arrivo del caldo”.
Oltre il danno, la beffa quindi. Il settore ovicaprino nazionale ha infatti già risentito moltissimo delle difficoltà legate all’emergenza, con molti degli allevatori che hanno visto il lavoro di mesi vanificarsi in poco tempo, a causa il crollo degli ordinativi di agnello proprio in concomitanza del periodo pasquale.
“Il problema della tosatura è sempre più impellente anche a fronte delle perdite registrate nelle ultime settimane – prosegue l’allevatrice -. Non tanto per un risvolto economico, ma al fine di continuare a garantire il benessere dei capi ed evitare che ulteriori problematiche vadano ad inficiare sull’azienda: la pecora è infatti un animale che non fa la muta e, con il caldo, il peso della lana potrebbe non aiuta a dissipare il calore rispetto all’esterno, con conseguenze disastrose per la salute e il benessere di intere greggi”.
Oltre che per alleggerire gli animali in vista del caldo, la tosatura è infatti utilissima per vagliare il loro stato di salute e per eseguire le profilassi di stagione: una volta tolto il vello, infatti, sull’animale possono essere effettuate tutte le analisi di rito sulle sue condizioni di salute e ovviare ad eventuali problematiche di salute con la somministrazione di specifici medicinali.
“Da questo punto di vista nell’aquilano siamo fortunati – spiega ancora -, visto che le temperature sono state molto basse fino a qualche giorno fa. Molti allevatori del pescarese hanno però iniziato ad avere problemi già da qualche mese e, se qualcuno ha provato a risolvere da sé, altri stanno temporeggiando, anche se le conseguenze essere davvero negative, sia per quanto riguarda il benessere degli animali che sulla produzione di carne e latte”.