Coronavirus stronca il settore turistico: guide aquilane, “Viviamo secondo terremoto”

di Mariangela Speranza | 23 Marzo 2020 @ 07:30 | ATTUALITA'
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L’AQUILA – Chiamate e messaggi che informano della cancellazione di visite guidate prenotate da mesi e disdette non finire. Il coronavirus sta mettendo il ginocchio il sistema turistico italiano che da solo vale il 13 per cento del Pil nazionale e tra le categorie più colpite dall’emergenza c’è quella delle guide turistiche, circa 20 mila in Italia.

Tutti, o quasi, lavoratrici e lavoratori autonomi, a partita Iva e senza nessun ammortizzatore sociale, che stanno subendo un drastico calo di lavoro, con cancellazioni di tour e visite guidate anche nell’Aquilano, dove il settore aveva iniziato a dare qualche segnale di ripresa solo negli ultimi tempi.

E la possibilità di trovare nuove date o posticipare si infrange, letteralmente si frantuma, contro le restrizioni dei decreti governativi che intanto si fanno sempre più serrate. L’ultimo firmato qualche giorno fa dal premier Giuseppe Conte, che vieta l’accesso ai parchi e alle aree verdi e che va ad aggiungersi a quelli delle scorse settimane, che di fatto hanno reso l’Italia una “zona protetta”.

“Arrivano cancellazioni e disdette in continuazione – conferma a L’Aquila Blog Loredana Eusanio, guida abilitata, che opera soprattutto nell’Aquilano e provincia -. Mi hanno già contattato alcune agenzie e qualcuno ha chiamato con la speranza di poter posticipare già nei prossimi mesi, ma sinceramente la vedo dura. Alcuni gruppi poi nemmeno li ho sentiti ma, vista la situazione, non credo sia necessario più di tanto”.

“Dal punto di vista turistico stiamo vivendo un secondo terremoto – aggiunge – non facciamo altro che cadere e rialzarci. Il nostro è un settore bellissimo ma è il primo che ne risente in momenti come questi. Tutto questo andrà a inficiare su tutto il lavoro fatto negli ultimi anni, il nostro e quello di tutti coloro che operano collateralmente nell’ambito”.

Nella maggior parte dei casi, parliamo infatti di professioni in prevalenza stagionali, che risentono pertanto di una dimensione di precarietà intrinseca, all’Aquila ulteriormente amplificata nell’ultimo decennio da elementi esogeni che esulano dal virus in sè.

Primo tra tutti, il sisma del 2009 rispetto a cui, spiega la guida turistica abilitata Roberta Ianni “l’Abruzzo aveva appena iniziato a dare segnali di ripresa”.

“Nelle ultime settimane le disdette sono state moltissime – racconta la Ianni, che si occupa anche la gestione del centro visite del Parco Gran Sasso e Monti della Laga situato nel borgo di Santo Stefano di Sessanio il Centro visite di Santo Stefano di Sessanio -. Le prime sono arrivate già all’inizio di marzo e da lì è stato tutto un rincorrersi di telefonate e messaggi da parte delle scuole e dei gruppi, alcuni anche stranieri, che avevano prenotato nei giorni a ridosso delle festività pasquali o comunque in primavera”.

Anche Roberta Ianni parla di danni ingenti per tutti quei settori subordinati al turismo e alla ricettività che, a suo avviso, “subiranno un tracollo senza precedenti”.

“I cantieri sono chiusi ovunque – dice – e anche i ritardi nei lavori di ricostruzione faranno registrare rallentamenti sia all’Aquila che nei borghi di tutta la provincia. Bisognerà vedere come se ne verrà fuori. Per riprenderci dal terremoto abbiamo impiegato un decennio e stavolta i risvolti saranno epocali. Un disastro”.


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