Coronavirus, misure di sicurezza per i donatori di sangue
di Redazione | 14 Marzo 2020 @ 08:50 | ATTUALITA'
L’AQUILA – “C’è stata un’iniziale flessione delle donazioni, per i primi giorni della settimana che hanno coinciso con i provvedimenti restrittivi emanati dal premier Conte. Poi le persone hanno capito e oggi tutte le emoteche regionali hanno scorte complessive sufficienti”.
Lo afferma Pasquale Colamartino, responsabile del Centro regionale sangue, spiegando a L’Aquila Blog come il sistema trasfusionale abruzzese abbia adeguato i propri processi aumentando il livello di sicurezza per fronteggiare l’emergenza Coronavirus.
Nei giorni scorsi è stata diffusa anche un’infografica che illustra bene come, sin dal momento della prenotazione, il percorso del donatore si svolge nella massima sicurezza: innanzitutto si suggerisce di sospendere la donazione se negli ultimi 14 giorni si è rientrati da un viaggio nella Repubblica Popolare Cinese o si sia stati esposti a rischio epidemiologico attraverso contati stretti con casi confermati di infezione da Coronavirus; poi, una volta raggiunto il centro trasfusionale, al donatore viene misurata la temperatura e chiesto di disinfettarsi le mani.
Sono inoltre state implementate una serie di misure, a partire dagli accessi che, attraverso appuntamenti, avvengono singolarmente, a distanza di un certo tempo gli uni dagli altri, evitando assembramenti in sala d’attesa.
“Le scorte regionali complessive, cioè la somma di tutte le emoteche degli ospedali abruzzesi”, afferma a L’Aquila Blog Colamartino, “dall’inzio del periodo dell’emergenza non sono mai scese al di sotto delle duemila unità, quindi largamente sufficienti alle necessità, il sistema va in crisi quando scendiamo sotto le mille unità, quindi possiamo dire che siamo al doppio della scorta minima”.
Dopo l’emanazione del decreto restrittivo, tuttavia, si è registrata una flessione, per cui è stata necessaria “un’azione forte di coordinamento di tutto il sistema trasfusionale”, dice il responsabile del Centro, “i donatori hanno capito che i centri di raccolta sono molto sicuri, luoghi in cui il Coronavirus non viene trasmesso, c’è tutto un percorso sicuro che parte dal momento in cui i donatori vengono chiamati”.
Colamartino, insomma, parla di “grande risposta dei donatori abruzzesi”, ai quali rivolge un ringraziamento, e precisa che il sangue di cui c’è necessità è per esigenze ordinarie e non per il Coronavirus, perché “il contagio di per sé non genera necessità trasfusionale, qualcuno può averne esigenza ma per pregresse necessità”. (m.sig.)