Coronavirus, Marsilio chiude i cantieri della ricostruzione senza ok del governo
di Redazione | 12 Marzo 2020 @ 20:50 | ATTUALITA'
L’AQUILA – Con una ordinanza, che sarà emanata domani, il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio ha disposto la chiusura dei cantieri, fatti salvi i tempi tecnici per la messa in sicurezza degli stessi. Rimangono esclusi dall’obbligo di chiusura i cantieri impegnati nell’edilizia sanitaria.
Ad annunciarlo in serata è una nota diffusa dal portavoce del governatore, che contiene il resoconto di una lunga giornata caratterizzata, tra le altre cose, da due videoconferenze nell’ambito della Conferenza delle Regioni e con i ministri degli Affari regionali, Francesco Boccia, e delle Infrastrutture Paola De Micheli, servite ad affrontare le diverse emergenze che investono la regione.
La comunicazione, tuttavia, svela come la decisione sarà assunta in solitaria, cioè localmente, senza un provvedimento nazionale – che era auspicato anche per tutelare i lavoratori – ma soprattutto contro la volontà di alcuni imprenditori abruzzesi.
Marsilio ha posto con forza l’importanza della chiusura in quanto l’Abruzzo è la zona con la maggior densità di cantieri a cielo aperto a seguito del sisma del 2009. La necessità della chiusura è stata sollecitata al presidente da imprenditori, sindacati, forze politiche e sindaci, compreso quello dell’Aquila, Pierluigi Biondi, che al contempo ha sottolineato la necessità di prevedere garanzie per i lavoratori che, altrimenti, rischierebbero di ritrovarsi senza stipendio e senza ammortizzatori sociali.
Nel corso della videoconferenza con il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli Marsilio ha chiesto la chiusura di tutti i cantieri tranne motivate eccezioni. Il ministro, in risposta – ha rivelato la nota della Regione Abruzzo – ha sostenuto di aver ricevuto una richiesta contraria da non meglio precisate realtà imprenditoriali abruzzesi; contro la chiusura c’è stato anche il sostegno della Regione Marche.
Il presente Marsilio ha fatto presente che anche l’Ance provinciale e quella regionale si sono espresse a favore della chiusura, confortati dal presidente nazionale.
Nel solo capoluogo lavorano nei cantieri della ricostruzione post-terremoto circa 1.500 operai, che superano i tremila se si considerano i comuni del cratere. (m.sig.)