Coronavirus, l’esperto: “Fa paura solo perché crea incertezze e non abbiamo ancora vaccino”

di Redazione | 05 Marzo 2020 @ 06:40 | ATTUALITA'
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L’AQUILA – “Se è una psicosi o un’emergenza sanitaria? Sicuramente un’emergenza sanitaria, perché è la prima volta che ci troviamo a fronteggiare un’epidemia di questo tipo da molti anni, quando non abbiamo un antidoto, un vaccino per una malattia trasmissibile, è chiaro che fa paura”.

Così ai microfoni di L’Aquila Blog Alessandro Grimaldi, direttore dell’unità operativa complessa di Malattie infettive dell’ospedale dell’Aquila, sul Coronavirus, che tuttavia fa osservare coem “bisogna ricondurre tutto ai numeri, che destano preoccupazione perché l’Italia è il paese più colpito in Europa, ma è anche vero che se andiamo a vedere i numeri assoluti in questo momento abbiamo un numero di persone colpite che è equivalente a un piccolo paese del circondario aquilano con una mortalità inferiore ad altre infezioni simili”.

Secondo i dati Istat, in Italia muoiono in media 2 persone al giorno a causa della normale influenza e ben 37 a causa della polmonite, dunque perché il virus scoperto alla fine dello scorso anno che dalla città cinese di Wuhan ha raggiunto anche il nostro paese deve fare tanta paura? Per la sua “grande diffusibilità – dice Grimaldi – può colpire tantissime persone, non abbiamo ancora ben chiari i meccanismi di trasmissione, non sappiamo se si trasmette anche in fase pre o a-sintomatica e questo naturalmente cambia molto la capacità di diffusione della malattia”.

Insomma siamo di fronte a un’autentica psicosi, spesso ingiustificata, alimentata dai mezzi di informazione che propongono aggiornamenti in tempo reale dando ampia visibilità a qualsiasi caso sospetto, che il più delle volte conferma la propria negatività nel giro di poche ore. Ma che in quella parentesi è stato in grado di generare ansia e terrore con effetti devastanti sulla società. Magari anche grazie al condimento di aggettivi e avverbi che possono imprimere significati più catastrofici della realtà.

“Per l’influenza ogni anno abbiamo il vaccino, per questa malattia non abbiamo ancora cure efficaci o vaccini”, fa osservare Grimaldi, “quindi tutto ciò che crea incertezza in una società come la nostra, basata su certezze granitiche, chiaramente fa fare un balzo indietro, nel senso che oggi siamo abituati ad avere il controllo su tutto e in questo momento ci siamo accorti di non averlo”.


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