Coronavirus: “io vado a lavoro”, l’hashtag delle partite Iva ignorate
di Redazione | 10 Marzo 2020 @ 09:14 | ATTUALITA'
L’AQUILA – L’emergenza Coronavirus è anche economica e, alla seconda settimana dalla sua esplosione in Italia, dopo due ordinanze restrittive emanate dal presidente del Consiglio, ancora non ci sono provvedimenti per l’economia.
Li hanno chiesti le associazioni di categoria e i commercialisti, esortando il governo quantomeno a differire tutte le imminenti scadenze fiscali e i numerosissimi adempimenti che ogni attività è chiamata a rispettare mensilmente.
Ed ecco che, a poche ore dall’annuncio dell’estensione all’intero paese delle misure restrittive, con il premier Giuseppe Conte che le ha riassunte con il motto “Io resto a casa”, è diventato virale sui social l’hashtag “#iovadoalavoro”, con cui le migliaia di lavoratori autonomi, artigiani e commercianti, rivendicano attenzione da parte dello Stato.
“Il Governo ha detto che posso aprire – si legge in un post condiviso dai titolari di partita Iva – . I miei clienti devono stare a casa perché dobbiamo fermare il contagio, ma io posso aprire. La mia salute la posso mettere a rischio. Si vede che noi lavoratori autonomi siamo immuni. Io ho una partita Iva. Io vado a lavoro”.