Coronavirus, il medico di base: “Non dimentichiamo i malati cronici di altre patologie”

di Marco Signori | 22 Marzo 2020 @ 06:30 | ATTUALITA'
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L’AQUILA – “L’attività ambulatoriale procede ma in modo molto ridotta, si riceve solo su appuntamento, in sala d’aspetto un paziente per volta e tutte le precauzioni del caso, devo dire che persone hanno accettato molto bene”.

Lo dice Vito Albano, medico di base dell’Aquila e segretario provinciale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), il sindacato più rappresentativo in Italia, che però avverte: “Bisogna pensare anche ai pazienti cronici che hanno costante bisogno di essere visitati e fare esami e analisi”.

Per questo, Albano plaude all’istituzione da parte della Regione, delle Unità speciali continuità assistenziale (Usca), 16 in totale, che gestiranno i pazienti Covid-19 in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte delle Asl, liberando così i medici di base, che continueranno a svolgere l’attività regolare, anche in considerazione del fatto che negli ospedali sono state sospese tutte le prestazioni non urgenti.

Ma da Albano arriva anche un appello alle istituzioni, affinché ci sia un’ulteriore deroga: “Ci sono alcuni farmaci che vanno prescritti obbligatoriamente, per legge nazionale, attraverso la ricetta rossa, che non può essere inviata non essendo elettronica – dice a L’Aquila Blog – . Sarebbe importante rendere telematica anche quella anche perché riguarda pazienti più seri, cioè è per chi sta ‘peggio’, quindi persone che è ancora più importante tutelare”.

Per tutte le altre ricette, invece, è in vigore il sistema più snello che prevede che si facciano “solo per via telematica o addirittura telefonica, se qualcuno viene a ritirarle di persona resta sulla porta”.

In ambulatorio, poi, racconta Albano, “le persone entrano solo con la mascherina, noi ci arrangiamo con quello che abbiamo, essendo liberi professionisti nessun ente ha pensato a darci nulla, tranne una piccola quota di mascherine avuta dalla Protezione civile, ma sono solo 2 per ciascun medico”.

“Fino ad ora abbiamo gestito bene l’impatto dell’emergenza, che è stato ben accettato dalla gente, ora – fa osservare il medico – inizia a delinearsi la necessità di gestire i malati cronici, pazienti a rischio per i quali spesso la gestione telefonica può non bastare. La prossima settimana inizierà l’assistenza domiciliare con tutte le precauzioni per contenere il contagio”.

“Dovremo in qualche modo ideare un modello organizzativo in modo da ridurre i contatti senza abbandonare i pazienti”, spiega Albano, parlando di un “problema che sta esplodendo, perché secondo una statistica sopra i 65 anni si soffre almeno di una patologia cronica e sopra i 75 di 2 o 3, non possiamo dimenticarci di loro”.


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