E se il supermercato non c’é? La spesa nei piccoli comuni ai tempi del Coronavirus

di Mariangela Speranza | 29 Marzo 2020 @ 07:32 | ATTUALITA'
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VILLA SANT’ANGELO – Se non c’è un negozio di alimentari si può andare a fare la spesa in un altro comune? Dopo l’approvazione del decreto che vieta a tutti di “trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in un Comune diverso da quello in cui si trovano”, fatta eccezione per quelle che vengono definite “comprovate esigenze lavorative” o di “assoluta urgenza”, sono molte le persone che oggi si trovano in seria difficoltà, anche solo per acquistare del cibo.

Soprattutto nell’Abruzzo interno, da decenni interessato da un costante movimento in atto: lo svuotamento dei piccoli centri montani e a vocazione agricola, con gli uffici che hanno spostato le proprie sedi, il trasporto pubblico che è diventato problematico e le attività commerciali che hanno pian piano chiuso per mancanza di clienti.

Tra queste attività, anche molti negozi di alimentari che però, in questo periodo di restrizioni, sembrano essere l’unica soluzione per reperire facilmente beni di prima necessità senza dovere per forza recarsi al di fuori dei comuni di residenza.

Anche gli abitanti di questi luoghi devono però in qualche modo poter fare la spesa. Come? In generale, l’approvvigionamento alimentare è considerato una necessità e sarebbe quindi consentito uscire nel momento in cui non ci fossero alternative, ma molte amministrazioni locali si sono organizzate con metodi diversi, proprio per sopperire alla mancanza delle attività commerciali e, al contempo, evitare troppi spostamenti da parte dei cittadini.

A Villa Sant’Angelo (L’Aquila), per esempio, il sindaco Domenico Nardis conferma che “tutti stanno riuscendo ad affrontare al meglio l’emergenza sanitaria, collaborando tra di loro e rivolgendosi a quegli esercizi aperti che, in un modo o nell’altro, riescono  ancora fronteggiare l’emergenza”.

Poco più di 500 anime divise in due piccole frazioni, in un territorio di circa cinque chilometri quadrati. Villa sant’Angelo è appunto uno dei paesini dell’Aquilano privi di rivenditori di generi alimentari. C’è qualche ristorante per esempio, e anche un’estetista, ma sono inattivi da quando i decreti anti Coronavirus si sono fatti più stringenti, mentre l’unico negozio di alimentari presente al suo interno ha chiuso i battenti proprio da qualche mese.

“Come in passato, – aggiunge il sindaco – l’intera comunità sta dimostrando di essere in grado di fare squadra nei momenti di difficoltà. Siamo un piccolo centro, ma appena sono scattate le restrizioni, abbiamo fatto tutti in modo di collaborare, per gestire l’emergenza senza incorrere in particolari problematiche”.

In paese è infatti aperta una tabaccheria, tra le altre cose di proprietà della famiglia del primo cittadino dell’Aquila, Pierluigi Biondi, che si occupa anche della rivendita di beni alimentari. 

Non manca inoltre, in paese, la possibiltà di reperire facilmente medicinali di vario genere.

“La farmacia è sempre aperta – spiega il sindaco – e il titolare Enrico Cutarella si è anche organizzato per il servizio a domicilio per andare incontro agli anziani e a tutte le persone che ne abbiano bisogno”.


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