Coronavirus, divorzio e separazione consensuale: da oggi si può fare anche online
Le linee guida del Cnf
di Mariangela Speranza | 27 Aprile 2020 @ 07:30 | ATTUALITA'
L’AQUILA – Deposito telematico dei ricorsi per la separazione consensuale, il divorzio congiunto e altri tipi di ricorso connotati da estrema urgenza e, se i difensori sono disponibili, anche udienze da remoto.
Il Consiglio nazionale forense (Cnf) ha recentemente approvato le nuove linee guida sulla gestione dei procedimenti in materia di famiglia durante l’emergenza Covid-19. Uno strumento ad hoc per il periodo in cui resteranno in vigore le restrizioni o, come si legge nel documento di approvazione, “comunque non oltre la data del 30 giugno” che, spiega il legale e membro del Consiglio dell’Ordine degli avvocati dell’Aquila Anna Maria Ranalli “è stato recepito e ratificato a partire da un protocollo sottoscritto, circa un mese, fa dal presidente dell’Ordine degli avvocati del capoluogo, dal presidente del Tribunale e dalla Procura della Repubblica”.
“Il protocollo si è reso necessario per quelle situazioni che, come le udienze di convalide degli arresti e i processi per direttissima, rientrano a tutti gli effetti tra quelle consentite in questo momento di sospensione e non possono quindi essere ulteriormente rimandate – spiega -. Pensiamo a quando c’è bisogno di disciplinare una separazione o un divorzio risalenti a prima dell’emergenza, stabilire l’affidamento di un minore o le modalità di incontro con il genitore non collocatario. Se in questi casi si riscontano ragioni di urgenza e le parti rinunciano espressamente a comparire, il presidente del Tribunale, su istanza dell’avvocato, può tranquillamente procedere con la trattazione della questione giudiziaria in via telematica”.
Le linee guida del Cnf prevedono infatti un abbondante utilizzo di internet e delle modalità di invio dei documenti da remoto. Precauzioni queste che vanno nella direzione di una semplificazione nel disbrigo delle pratiche e che consentono al contempo di scongiurare il rischio assembramenti negli uffici e nei tribunali.
In concreto, i difensori non fanno quindi altro che far dichiarare alla parte che rinuncia a comparire davanti al presidente, che non intende ricomporre l’unità familiare e, una volta inviato il materiale, il giudice non fa altro che ratificarlo.
“Un giorno prima dell’udienza da remoto, gli avvocati mandano una pec al presidente del tribunale – aggiunge l’avvocato aquilano -. Nella mail le parti devono affermare di conoscere tutte le norme che prevedono la partecipazione all’udienza ma di avere rinunciato a essere presenti. Devono, inoltre, esprimere la loro rinuncia alla conciliazione e confermare le conclusioni del ricorso. Solo in quel modo questo modo il procedimento andrà avanti”.
Come infatti ha stabilito anche la Cassazione, il tentativo di conciliazione non è obbligatorio e, anzi, è addirittura inutile, se marito e moglie sono decisi e d’accordo a separarsi.
Quanto agli accordi di negoziazione assistita, anche qui si compirà tutto con un clic. In particolare, deposito in Procura, nulla osta o autorizzazione agli avvocati e trasmissione agli ufficiali di Stato civile avverranno via pec. Si procederà inoltre da remoto per confermare l’autografia delle sottoscrizioni e, qualora l’accordo non dovesse essere autorizzato dalla Procura, il presidente del tribunale fisserà una nuova udienza. Anche virtuale, se i legali accettano.
“Ciò non toglie che, nel caso in cui le parti vogliano comparire, non possano farlo – aggiunge Anna Maria Ranalli – In quel caso è sempre il legale che chiede la trattazione di persona al giudice che, a quel punto, potrà disporre la vera e propria comparizione”.
“Prima di oggi non era mai accaduta una cosa del genere – conclude -, ma essendo anche entrata in vigore la negoziazione assistita, in cui le parti possono non comparire davanti al giudice, per analogia si è ritenuto di poter tranquillamente procedere in questo modo. L’esigenza era anche e soprattutto quella di mettere fine anche a molte situazioni di sofferenza risalenti nel tempo, in un periodo in cui le famiglie hanno già i rapporti compromessi e il clima familiare si è inasprito sempre di più. Anche perché le cause di separazione, di divorzio o di volontaria giurisdizione che ricadevano tra marzo e maggio, erano tutti procedimenti già introdotti a dicembre e, in quest’ottica, ci è ritenuto giusto agire in questo modo, dapprima all’Aquila e, con l’approvazione delle linee guida da parte del Cnf, probabilmente sarà così anche nel resto d’Italia”.