Coronavirus, al Pronto soccorso dell’Aquila -25% di accessi
di Redazione | 07 Marzo 2020 @ 07:31 | ATTUALITA'L’AQUILA – Il Coronavirus ha smascherato l’uso improprio del pronto soccorso un po’ in tutta Italia, se si considera che i dati divulgati dai Dea (Dipartimento di emergenza e accettazione) della provincia di Mantova e rilanciati dal Nursetimes, il giornale del sindacato degli infermieri, negli ultimi giorni di febbraio gli ingressi al Poma, a Pieve di Coriano e ad Asola sono letteralmente crollati, con numeri che non si erano mai visti prima d’ora.
A fare da deterrente sono sicuramente stati i continui appelli a non recarsi autonomamente in pronto soccorso qualora si presentino sintomi sospetti da contagio, ma di certo è da tenere in considerazione l’abuso che molti cittadini fanno del pronto soccorso.
Accade anche all’Aquila, come conferma a L’Aquila Blog Luigi Valenti, direttore del pronto soccorso dell’ospedale San Salvatore, che parla di una flessione degli accessi del 25 per cento nelle ultime settimane.
“C’è un abuso anche di accompagnatori e super accompagnatori che affollano le sale d’attesa – dice il medico – il pronto soccorso viene scambiato per un ambulatorio aperto h24, basti considerare che la metà degli accessi sono in codici bianchi e verdi, impegnando personale che ha la formazione per fronteggiare le urgenze e le emergenze e si ritrova a dover fare la ricetta a chi non trova risposte altrove magari perché i tempi di attesa di prenotazione attraverso altri canali sono lunghi”.
Insomma, fa osservare Valenti, “molti vengono in pronto soccorso per semplificare il percorso e questo non va bene, molti accessi non sono dovuti”.
“Quando sono entrato alla Asl, nel 1982”, ricorda il direttore, “eravamo 2 medici, nel 2020 siamo 2 medici! Questo significa che siamo pochissimi rispetto alle necessità”.