Coronavirus: 20 giorni fa il primo caso in Abruzzo, ora 263 e 7 morti
di Redazione | 18 Marzo 2020 @ 17:03 | ATTUALITA'
PESCARA – Venti giorni fa il primo caso accertato di coronavirus in Abruzzo: un 50enne della bassa Brianza che si trovava con la famiglia a Roseto degli Abruzzi (Teramo) nella casa estiva. Poi la positività anche della moglie e dei due figli piccoli.
Nell’ultima settimana brusca impennata dei contagi che, secondo il bollettino diffuso oggi dalla Regione Abruzzo, hanno raggiunto quota 263.
Sette i morti.
Diverse le zone in cui la situazione è più critica: una nel Chietino, ad Ortona, una nel Pescarese, tra Penne – dove epicentro di tutto è l’ospedale – Città Sant’Angelo ed Elice, e una nel Teramano, in Val Fino.
Per due comuni del Pescarese e per tre del Teramano nelle prossime ore dovrebbe essere firmata l’ordinanza che istituisce la “zona rossa”.
A Penne è stata accertata la positività di un 69enne di Città Sant’Angelo che era ricoverato in ospedale per altre patologie. A quel punto sono scattati i test per molti operatori sanitari. Tra i primi a risultare positivi c’è il sindaco, Mario Semproni, medico nell’ospedale del suo comune, e con lui altri colleghi, infermieri, operatori. Decine, al momento, le persone affette da Covid-19 nella città vestina.
Pur non mancando casi nei grandi centri, è soprattutto nelle piccole realtà che il fenomeno sembra “esplodere”.
È il caso, ad esempio, della Val Fino. Totale casi: 94 pazienti sono ricoverati in ospedale in terapia non intensiva, 32 in terapia intensiva, mentre gli altri 90 sono in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte delle Asl. I ricoveri riguardano soprattutto l’ospedale di Pescara, dove ci sono oltre cento pazienti.
Tra quelli più gravi e intubati ci sono anche persone giovani.
Non mancano i soggetti guariti: sempre secondo il bollettino diffuso ieri, due lo sono formalmente – si tratta dei figli piccoli del “paziente 1” – mentre cinque lo sono clinicamente e sono tornati a casa in attesa del tampone di controllo.