Congresso Pd, Picierno: “Con Bonaccini per battere la destra radicale”

La vicepresidente del Parlamento europeo al centro servizi per il volontariato: "Serve un partito forte, non rinnegare le nostre radici, tornare tra la gente". E sul 41 bis: "Siamo stati noi a fare le leggi contro le mafie"

di Marianna Gianforte | 05 Febbraio 2023 @ 05:29 | POLITICA
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L’AQUILA – “Noi siamo gli unici a organizzare la partecipazione politica in questo modo, siamo gli unici a eleggere il nostro segretario attraverso un esercizio diffuso, di partecipazione collettiva: non lo fa nessun altro. E addirittura in questo momento così difficile per il partito abbiamo voluto un congresso che fosse ‘costituente’, ‘rifondativo’, perché siamo consapevoli che la fase che stiamo attraversando non è banale”. Con queste parole la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picerno ha incominciato il suo discorso appassionato davanti alla platea dei simpatizzanti ed esponenti del Pd dell’Aquila e del comprensorio, nella sala conferenze del centro per il volontariato, per un incontro nell’ambito del tour a sostegno della mozione di Stefano Bonaccini segretario nazionale del Pd. Una tappa importante per l’europarlamentare quella del capoluogo di regione, a conclusione di una giornata interamente dedicata all’Abruzzo: già nelle ore precendeti Picierno era stata a Francavilla a Mare e a Nereto. Tanti e di attualità i temi affrontati: dalle emergenze sociali ed economiche al programma politico a sostegno di Bonaccini, sino al tema del  no all’autonomia differenziata del governo Meloni e la riorganizzazione del nuovo Pd.

“La sconfitta del 25 settembre ha cambiato tante cose – ha detto Piecierno -, abbiamo voluto che questo fosse un congresso costituente non di un nuovo sinbolo o di un nuovo nome, non della negazione di quello che siamo stati, ma un congrrsso che confermasse le proprie radici e le ragioni per cui abbiamo fondato il Pd. Dobbiamo tutti rileggere il manifesto del Partito democratico scritto da pensatori come Reichlin, come Scoppola, dal meglio della cultura cattolica, democratica e comunista che hanno posto le basi del partito che doveve cambiare le cose. Tutti noi ci ricordiamo quegli anni, la speranza di un partito che fosse strumento di cambiamento. Stefano Bonaccini ha giustamente richiamato le sue origini – ha aggiunto – ma tutti noi dobbiamo rivendicarle. Abbiamo scelto di fare politica non perché ce lo ha ordinato il medico, ma perche abbiamo scelto la politica come strumento nobile e alto per cambiare le cose. La mia storia è quella di chi viene dal cattolicesimo democratico; dalla mia terra, da Santa Maria Capua Vetere, ho cominciato dalla consulta studentesca, e si moriva ammazzati dalla camorra in quegli anni e le persone per bene non potevano non schierarsi: io ho scelto la politica come impegno antimafia. Queste sono le nostre radici, ma se è vero tutto questo, com’è possibile che il Pd da strumento di cambiamento sia diventato forza di stabilizzazione e di conservazione? Per anni senza vincere le elezioni, anche se per senso di responsabilità, ci siamo ostinati ad andare al Governo. Non può essere quella da solo la ragine e il dna di un partito. Anche io mi sono interrogata. Il tema è anche questo: al Governo ci si sta se si ha la forza politica. Perché non abbiamo saputo imprimere un cambiamento e qualificare la nostra azione di Governo? Al Governo ci dobbiamo andare soltanto se ci sono le condizioni per agire quel cambiamento che con la mozione di Stefano lo stiamo portando avanti”.

Picierno ha poi ricordato il ruolo importante del presidente del Parlamento europeo David Sassoli, scomparso poco più di un anno fa e ha sottolineato la generosità dei militanti che tendono aperti i circoli. “Molti errori sono stati fatti, molte superficialità”, ha ammesso, accennando che occorre “rivedere la possibilità di ripristinare il finanziamento pubblico ai partiti” e “ripartire dall’energia popolare, un partito fatto ‘con’ i sindaci e le sindace: il Pd ha una quantità di amministratori incredibile, le persone che trovi nelle piazze del Paese capaci di dare risposte concrete, che vincono: le difficoltà stanno nelle elezioni politiche, un partito che si è chiuso troppo e che deve far vivere la forza che esiste a livello locale. Serve un partito forte, soprattutto in questo momento, in cui abbiamo al Governo non una destra qualsiasi, ma una destra radicale, una delle più radicali d’Europa che manifesta il suo volto e durezza sin dai primi mesi, che ferma il passo di chi è in difficoltà: in un momento in cui l’inflazione galoppa hanno cancellato il reddito di cittadinanza, invece di rivedere quello che non va. Dove c’è un momento di crisi enorme la prima misura che fai è contro chi è povero? Contro chi non ha nulla? Questo, a nostro avviso, è un manifesto politico: si ferma il passo di chi non ce la fa e si accompagnano quelli che corrono. Poi l’autonomia differenziata: hanno festeggiato. Da figlia del Sud, cresciuta in un territorio denso di enormi difficoltà dico: non può esserr una colpa nascere a Reggio Calabria piuttosto che a Bergamo. O avere una sanità che non funziona in alcuni territori: non è accettabile che al Sud la mortalità sia precoce rispetto ad altre regioni”.

Non è mancato il duro attacco alla destra sul dibattito aspro e carico di tensione a livello nazionale sul 41 bis: “Ci hanno raccontato che vogliono modificare la legge sulle intercettazioni perché sui giornali ci finiscono anche le informazioni che non dovrebbero. E ne possiamo discutere; ma gli stessi che dicono questo, poi diffondono in aula intercettazioni riservate di delinquenti al 41 bis per attaccare in maniera vergognosa le forze di opposizione. Non sono soltanto analfabeti istituzionali, sono qualcosa di peggio: quando mai noi siamo contro il 41 bis? Siamo stati noi a fare le leggi contro le mafie, noi! Tutte le leggi e tutta la legislazione antimafia porta scritto col sangue il nome di persone che fanno parte della nostra storia, come Pio La Torre. Ma lì si è messo in discussione un diritto-dovere che hanno i parlamentari di fare visita a persone ristrette in carcere (e lo fanno non solo quelli del Pd, ad esempio anche i radicali), la pena va scontata ma non si può morire di carcere e la pena ha valore sempre anche rieducativo non soltanto punitivo. Stiamo parlando dell’abc della nostra Costituzione. Del nostro essere democrazia e del nostro Stato di diritto. Per tutte queste ragioni il congresso che stiamo celebrando deve servire a restituire un partito di cui essere orgogliosi, una comunità forte, ma anche per restiturie al Paese una forza capace di essere opposizione a questo obbro brio a cui stiamo assistendo e per questo uniti. Diamo l’idea di essere una stessa comunità al di là delle mozioni. Mandiamo un abbraccio a Elly Schlein e a tutti gli altri candidati e chiederemo di essere con noi, di darci una mano se a vincere dovesse essere Stefano. Abbiate cura di questo bel momento condiviso di partecipazione, che abbiamo soltanto noi”.

Tanti i presenti in aula la direttrice del centro per il volontariato Concetta Trecco, la consigliera comunale Stefania Pezzopane, la portavoce regionale delle donne del Pd Lorenza Panei, la sindaca di Cagnano Amiterno Iside Di Martino, il segretario del Partito democratico di Celano Ermanno Natalini, il presidente del Consiglio comunale di Tornimparte Giacomo Carnicelli, il capogruppo regionale del Pd Silvio Paolucci, l’ex presidente del Consiglio comunale dell’Aquila Carlo Benedetti, la sindacalista della Cgil Rita Innocenti, l’ex presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio, l’ex assessore alla Ricostruzione del Comune dell’Aquila Pietro Di Stefano. Il quale ha, in particolare, ricordato “la grande onestà intellettuale di Bonaccini, rimarcata nella mozione, nella quale afferma le sue radici, dire da dove si viene: una vita a sinistra, nel Partito comunista. Onestà nel momento in cui si tende a scansare le proprie origini come una vergogna. I partiti senza radici, invece, non sanno a chi parlare. E’ grave far parte di Governi e rinunciare alle radici e al proprio popolo, perché poi è il popolo che lascia noi. Cominciamo a dire le cose con serietà. Io credo nelle primarie per scegliere le cariche apicali, sindaci e presidenti di Regione: qui all’Aquila ci è stato vietato di fare le primarie”. Altro punto importante, per Di Stefano, è la legge elettorale: “Se non cambiamo la legge elettorale perché la maggioranza è del centrodestra, noi raccogliamo le firme per fare il referendum cambiare la legge elettorale. Abbiamo bisogno di riconnetterci con le persone”. Pezzopane ha ribadito che”Stefano Bonaccini merita tutto il nostro supporto, ci auguriamo che sia il primo passaggio di partecipazione pubblica e che veda premiato questo importante dirigente del nostro partito, presidente dell’Emilia Romagna, noi contiamo su di lui”.


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