Comune dell’Aquila condannato per un bando C.a.s.e discriminatorio. Bignotti: “ne prendiamo atto”
di Alessio Ludovici | 26 Settembre 2020 @ 06:42 | ATTUALITA'
L’AQUILA – Secondo punto in discussione nella Commissione Garanzia e controllo di ieri mattina, su richiesta della consigliera Carla Cimoroni, le disposizioni contenute nei bandi emanati dal Comune per l’assegnazione di alloggi del complesso Case oppure Map, su uno dei quali, in seguito al ricorso di una cittadina, si è espresso il Tribunale dell’Aquila del 27/07/2020 condannando il Comune al risarcimento delle spese legali. Non è stato condannato, ha chiarito successivamente l’avvocato De Nardis, ad assegnare l’alloggio al ricorrente.
“Una sentenza dichiarativa, con il quale sono rimasti scontenti un pò tutti, anche la ricorrente che andrà in appello contro la sentenza” ha aggiunto.
Il caso riguardava un nucleo che nel 2018 aveva non aveva potuto ottenere l’alloggio C.a.s.e. perché il coniuge della signora non aveva un permesso di soggiorno di lunga durata, come previsto dal bando stesso. Il Tribunale, ha spiegato la Cimoroni, ha evidenziato una condotta discriminatoria da parte del Comune. La consigliera ha chiesto, alla luce della sentenza, quale sarà l’indirizzo del Comune nei prossimi bandi, “non è la prima volta che il Comune viene condannato per un indirizzo simile” ha ricordato Cimoroni, e cosa si farà per i Bandi già archiviati. Su questi ultimi De Nardis ha specificato che è impossibile riaprire quei bandi, semmai si procederà, qualora ce ne sia richiesta, ad assegnazioni “solidaristiche”.
Sulla questione politica, invece, è stato l’assessore Bignotti a replicare alla Cimoroni. “Gli alloggi delle C.a.s.e. non sono alloggi popolari, se c’è una sentenza ne prenderemo atto, mi chiedo però che cosa possa decidere un comune se la residenza viene considerata un criterio discriminatorio”. Sempre replicando alla Cimoroni, che aveva criticato la destinazione dei nuclei fragili ai piani C.a.s.e. più periferici, Bignotti ha sottolineato che da questi alloggi il comune “non tira fuori nemmeno i soldi per asfaltare una strada, i canoni sono più bassi di quelli dell’Ater”, per questo per i siti C.a.s.e. più appetibili, come Sant’Antonio o Gignano, sono stati fatti dei bandi, con canoni diverso dagli altri, destinati non alle fragilità bensì aperti a tutti, e sarebbero questi ultimi alloggi a permettere di far fronte alle necessità dei nuclei fragili.