Commissione acqua: Gsa “azienda solida”. Cam “ipotesi fallimento”

di Marianna Gianforte | 27 Ottobre 2022 @ 06:06 | POLITICA
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L’AQUILA – Nuova seduta, ieri mattina, nella sede del Consiglio regionale all’Aquila, della commissione d’inchiesta sull’emergenza idrica in Abruzzo presieduta dalla consigliera Sara Marcozzi (oggi ‘Impegno civico’ confluita nel gruppo misto). Sono intervenuti, in particolare, i vertici della Gsa, la Gran Sasso Acqua spa, la società che gestisce l‘erogazione dell’acqua in provincia dell’Aquila (31 Comuni), del Cam, il Consorzio acquedottistico marsicano (33) e dell’Ersi, l’Ente regionale per il servizio idrico integrato dell’Abruzzo. 

“Quello che è emerso questa mattina durante i lavori è un bilancio in ordine con una cifra considerevole di ammortamento per investimenti – ha spiegato Marcozzi (gruppo misto) –. Il problema rimane il solito: la condizione pessima delle reti idriche. Per questo è stata evidenziata la necessità di intervenire su problemi strutturali ancor prima che nella rincorsa di singole perdite. A questo si aggiungono alcuni casi di abusivismo riscontrati. Da quello che ci viene riferito le denunce fatte fino a ora non hanno portato il recupero”.

PICCININI: GSA E’ AZIENDA SOLIDA 

Oltre 1.500 chilometri quadrati di estensione per una densità abitativa davvero molto bassa, basti pensare che l’ex ato aquilana è quintultima in Italia sotto questo punto di vista (la valle Peligna addirittura ultima), circostanza che porta a elevati costi unitari del servizio idrico; e poi 368mila euro di fatturato e 31 milioni di capitale netto; 99 tra lavoratori e lavoratrici; 15 le assunzioni più recenti fatte grazie ai pensionamenti e ‘risparmiando’ sugli interinali che sono soltanto tre. Sono questi i numeri che il presidente della Gsa Alessandro Piccinini ha snocciolato ieri davanti alla commissione d’inchiesta nella sala del secondo piano del palazzo consiliare, numeri che descrivono “una società in salute, che sta affrontando questo momento di difficile congiuntura economica in modo sano e razionale”, ha detto Piccinini, affiancato anche dal direttore amministrativo Raffaele Giannone e dal dirigente Mario Di Gregorio. Ma resta il ‘problema dei problemi’: una rete idrica vetusta, datata, e che ‘fa acqua da tutte le parti’. Piccinini ha ricordato l’importanza di affidarsi, sin dagli anni scorsi, a un consulente energetico che ha consentito di mantenere i prezzi fissi bloccati fino al febbraio del 2023, poi speriamo allora di aver passato la fase più critica di questa crisi”. 

 

Marcozzi ha spiegato anche che è stata fatta chiarezza sui fondi per il Pnrr sulle reti idriche:

“Il progetto di Gsa, la società Gran Sasso Acque, è stato riconosciuto finanziabile ma non finanziato, contrariamente a quanto successo con quelli presentati dagli altri cinque soggetti gestori abruzzesi. Da quanto ci è stato detto, il motivo del basso punteggio ottenuto è da ricercarsi nella prospettiva realistica di quanto presentato. A partire dal termine dei lavori indicato al 2026 e non al 2025, cui si somma l’abbattimento previsto delle perdite non superiore al 20% – aggiunge Marcozzi – . Come riferito, i lavori previsti per la sola distrettualizzazione delle reti, senza intervenire sulle infrastrutture, non potrebbe dare risultati superiori a questa percentuale. Ci è stato anche riferito che il progetto sarà riproposto e rimane ottimismo nella possibilità di accedere a futuri finanziamenti. Ci riserviamo di fare le nostre valutazioni come commissione d’inchiesta, confrontando i dettagli dei progetti di altri gestori”. 

CAM RIFERISCE CHE ESISTE IPOTESI FALLIMENTO 

In condizioni meno solide si trova invece il Cam, come è emerso nel corso della commissione di ieri. Dalle spiegazioni dei vertici del consorzio acquedottistico marsicano, per il quale ha parlato il presidente Ornello Ernani e il dirigente Albino Santucci, è emerso, infatti, che l’ipotesi del fallimento è ancora sullo sfondo, “ma ci sono delle contromisure che si possono mettere in campo per evitare che la situazione precipiti in tempi brevi”, ha detto Marcozzi. L’unico debito, come spiegato dalla società, è quello riguardante il concordato da circa 30 milioni di euro, con una rata da circa 7 milioni all’anno, che va a sommarsi con il raddoppio del costo dell’energia, “la vera causa della situazione di grave crisi in cui questa società si sta trovando – ha aggiunto la presidente della commissione -. L’aumento dei ricavi, a oggi, consente di continuare a pagare i costi correnti. Sarà compito della commissione tenere ancora sotto controllo questa situazione”.

Per l’Ersi è stato ascoltato il presidente Nunzio Merolli.


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