Come angeli custodi. Kosovo, solidarietà agli alpini dal Monastero di Dečani

di Fausto D'Addario | 03 Giugno 2023 @ 05:24 | ATTUALITA'
alpini kosovo
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Situazione ancora tesa in Kosovo, a seguito del ferimento di 34 soldati NATO, tra cui 14 Alpini del IX Reggimento con sede a L’Aquila. Tra i tanti messaggi di ringraziamento e solidarietà è arrivato anche un comunicato dal Monastero dei monaci ortodossi di Visoki Dečani. Messaggio che ha forse destato poca attenzione mediatica, ma non è meno significativo: quello di Dečani è infatti un monastero ortodosso serbo risalente al XIV secolo, che dal 1999 è sotto la protezione del contingente NATO della KFOR e dal 2004 iscritto nella lista dei siti UNESCO in pericolo.

Come angeli custodi, tra monaci, affreschi ed icone, i soldati sia italiani che di altre nazionalità, sono quotidianamente impegnati nell’opera di sorveglianza e nei check-point a protezione di questo luogo di preghiera, di fraternità e di pace, in un Kosovo che da due anni ha visto una progressiva escalation di tensioni. Di seguito riportiamo il comunicato rilasciato dalla comunità a proposito degli scontri degli ultimi giorni:

Negli ultimi 24 anni, il Monastero di Visoki Dečani è stato sotto la protezione della KFOR, garantita principalmente dai militari italiani. Vogliamo esprimere la nostra sincera gratitudine per tale protezione. Senza i soldati della KFOR, la vita normale sarebbe risultata per noi insostenibile, in seguito ai quattro attacchi estremistici post-bellici e alle difficili circostanze che abbiamo affrontato dopo il conflitto armato in Kosovo nel 1999. Per i significativi contributi alla protezione dei siti cristiano-ortodossi in Kosovo, nel 2005 le Forze Armate italiane sono state onorate con il più alto riconoscimento della Chiesa Serbo-Ortodossa: la Medaglia di San Sava.

Auspichiamo che i deprecabili incidenti, scoppiati durante le recenti proteste nel Nord del Kosovo, non dovrebbero intaccare le solide relazioni storiche tra il popolo serbo e quello italiano.

Le proteste di ieri hanno provocato feriti tra soldati italiani e cittadini serbi. È fondamentale comprendere che queste proteste non erano dirette contro la KFOR, ma contro l’occupazione forzata delle municipalità serbe del Nord, da parte della polizia kosovara pesantemente armata. L’Esercito italiano ha dato  notevoli contributi agli sforzi di mantenimento della pace in Kosovo. Ha tutelato il popolo serbo e altre popolazioni vulnerabili in Kosovo, facilitato il ritorno di molti sfollati e preservato i cruciali monasteri serbo-ortodossi. 

Condanniamo fermamente tutte le forme di violenza e invochiamo la pace e il dialogo. Le nostre preghiere vanno a tutti coloro che sono rimasti feriti, auspicando una pronta guarigione. Siamo impegnati a lavorare con la KFOR e con tutte le persone di buona volontà per proteggere la nostra gente in questa situazione altamente instabile”.

La Fraternità del Monastero di Dečani – 30 Maggio 2023

Dal punto di vista storico-artistico la chiesa, tra le più grandi nei Balcani, è al suo interno ricoperta di affreschi e conserva praticamente intatto un ciclo di affreschi bizantini trecenteschi, un caso quasi unico nell’Europa sud-orientale. Ad oggi il monastero di Dečani ospita una comunità di una trentina di giovani monaci provenienti da tutta la Serbia e negli anni si è affermato come vero e proprio polmone spirituale, non solo per il Kosovo, ma per tutto il mondo ortodosso e monastico. Le liturgie, ispirate a quelle del Monte Athos, sono ormai rinomate per la loro solennità e bellezza e attraggono un numero sempre crescente di pellegrini e di conversioni. Nelle celle del monastero di Dečani abitava, pregava e creava l’élite dei monaci, ben istruita e promotrice nei secoli di grandi opere religiose. Poco distanti dal monastero si possono trovare numerose grotte, contenenti resti di costruzioni medievali: si tratta delle celle dei monaci eremiti e delle chiesette nelle grotte nella gola del fiume Bistriza, le uniche costruzioni monastiche conservate fuori delle mura del complesso. Per tenere desta l’attenzione sulla situazione del monastero, in Italia è stata fondata l’associazione “Amici di Decani“, con il compito di promuovere le attività umanitarie e culturali a sostegno del monastero, nonché divulgare il lavoro di pace svolto in Kosovo dalle Forze Armate italiane.

Gli alpini abruzzesi del nono reggimento di stanza a L’Aquila, partiti nel gennaio 2023 per il Kosovo, hanno assunto la guida del Comando Regionale Ovest, subentrando alla Cavalleria Piemontese nell’ambito dell’operazione NATO “Joint Enterprise”. Si tratta di un’operazione che raggruppa tutte quelle condotte nell’area balcanica in un unico contesto e che attualmente vede la partecipazione di 28 Paesi, con un impegno di forze che ammonta a circa 3800 unità. Le piume nere abruzzesi, completato lo scorso dicembre l’iter di addestramento, hanno assunto così la responsabilità del contingente composto da diverse nazioni (Austria, Croazia, Moldavia, Macedonia del Nord, Polonia, Svizzera, Turchia), con l’obiettivo di favorire il processo di dialogo tra Serbia e Kosovo, secondo quanto previsto dalla Risoluzione ONU 1244 del 1999. In questo progetto il contingente italiano si è occupato di garantire anche la messa in sicurezza del Monastero e sito UNESCO di Dečani.

I quattro alpini abruzzesi, insieme agli altri feriti, torneranno in patria nei prossimi giorni per riprendersi e trascorrere del tempo con le rispettive famiglie, ha assicurato il ministro della Difesa Guido Crosetto.


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