Crisi all’Aquila, il Pd attacca Biondi. Fdi si difende. Regionali, Azione guarda da tutti i lati

di Alessio Ludovici | 01 Ottobre 2023 @ 06:00 | POLITICA
comune crisi l'aquila
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L’AQUILA – Se Sparta piange Atene non ride, centrodestra e centrosinistra sono attraversati da scossoni politici importanti. “La classe dirigente di Fratelli d’Italia è da sempre attenta al dialogo con gli alleati della coalizione”, così il portavoce cittadino FdI L’Aquila, Michele Malafoglia, ha cercato ieri di gettare acqua sul fuoco di una crisi in pieno svolgimento nel centrodestra aquilano. Il giorno prima era arrivata la bordata di Forza Italia. I forzisti la scorsa settimana avevano chiesto un incontro al sindaco per fare il punto sulla situazione amministrativa in Comune. Non avendo ricevuto risposta hanno accusato il sindaco di scappare dal confronto.

Nella giornata di venerdì poi, la notizia dell’incontra tra Forza Italia e il senatore e vice-coordinatore regionale di Fdi, Guido Liris. Un incontro che ai più è sembrato uno sgarbo ai danni dello stesso primo cittadino e che invece adesso Fratelli d’Italia giustifica in altro modo: “Di fronte alla richiesta d’incontro avanzata dai vertici locali di FI – spiega Malafoglia – nessuno è voluto mai sfuggire, tantomeno il sindaco Biondi che ha sempre dichiarato agli Azzurri ampia disponibilità a trattare temi che riguardano l’amministrazione della città e il buon funzionamento della macchina amministrativa. È evidente che se i temi proposti fossero usciti dalla normale attività istituzionale dell’amministrazione, il confronto dovesse trovare sede nell’ambito del ruolo dei partiti e non certamente in quello del Sindaco. Non è un caso che già nella giornata di ieri, il senatore e vice coordinatore regionale Guido Liris, abbia incontrato i rappresentanti di FI, sconfessando chi accusa la classe dirigente di Fratelli d’Italia di scarsa considerazione nei confronti degli alleati Azzurri”. 

Insomma, se Forza Italia vuole parlare di amministrazione comunale deve incontrare Malafoglia o Liris anziché Biondi. 

Il centrosinistra non si è fatto sfuggire l’occasione di questa crepa nel centrodestra. Stefano Albano e Stefano Palumbo, consiglieri del Pd, hanno duramente attaccato il primo cittadino: “Ancora una volta assistiamo al triste spettacolo della gestione del potere del sindaco Biondi. Gestione del potere, e non di governo, dato che risulta evidente come non ci sia alcuna intenzione di amministrare la città, quanto piuttosto di rincorrere una carriera personale che lo porti il prima possibile lontano dal Comune: lo capiamo, è l’unico della ‘generazione’ di miracolati che, quasi per caso, nel 2017 si è ritrovata ad amministrare, ad essere rimasto ‘al chiodo’ mentre tutti intorno a lui facevano carriere brillanti e fulminee che, probabilmente, mai avrebbero neppure immaginato qualche anno prima”.

“Assistiamo – insistono i due consiglieri – a liti continue tra tra Biondi e la coalizione che lo sostiene che non è così solida neppure in Consiglio comunale, basti pensare ad una delle ultime sedute dove è mancato il numero legale per poter discutere dell’ordine del giorno sull’utero in affitto proposto dallo stesso gruppo di Fratelli d’Italia e il sindaco ha accusato il centrosinistra: ci sarebbe da ridere, se non fossero questioni serie!”.

Qualche tensione nel centrodestra emerge anche a livello regionale. Ad aprire un nuovo contenzioso politico è la vicenda Nicola Campitelli. L’assessore regionale, confermato da Marsilio nonostante avesse abbandonato la Lega, sarebbe pronto ad una candidatura con Fratelli d’Italia. Immediato l’altolà dei leghisti che, in una nota di Francesco De Santis, chiedono che “nessun assessore che ha tradito l’elettorato e il partito che lo ha designato in quell’importante ruolo” sia “candidato nelle liste del centrodestra alle elezioni regionali del marzo prossimo”.

“Il nostro movimento – prosegue De Santis – basa il suo impegno su valori irrinunciabili, primi fra tutti la dignità, la autorevolezza, la coerenza e la credibilità dell’immagine, sia come Lega sia come Centrodestra”.

“Alcuni nostri alleati in seno al Centrodestra credono che la Lega stia scherzando – prosegue De Santis – Ma noi andremo fino in fondo, per questo stiamo ponendo la istanza a sei mesi dal voto: i componenti della giunta regionale che hanno lasciato un partito per aderire o accingersi ad aderire ad un altro non dovranno essere ricandidati alle prossime elezioni regionali di marzo in nessuna delle liste del centrodestra”. 

Se Sparta piange, Atene non ride. In vista delle regionali il perimetro della coalizione di centrosinistra, dopo la lunga gestazione della candidatura di Luciano D’Amico, è tutt’altro che certa. Appesa era rimasta Azione. Il movimento di Calenda ora fa sapere che “non fa scelte di campo ma si preoccupa di dare rappresentanza ai popolari, liberali e riformisti abruzzesi per un polo repubblicano che dia piena realizzazione alla prima parte della nostra Costituzione. Questo sottolineando le diversità rispetto ad entrambe le coalizioni già formate, quella alla sua sinistra fronteggiata da Luciano D’Amico e quella alla sua destra con l’uscente Marco Marsilio candidato presidente”.

“In coerenza con la linea politica nazionale, Azione vuole basare le sue scelte su parametri oggettivi, per tale motivo il partito regionale ha commissionato un sondaggio ad una importante agenzia nazionale che fornirà un importante contributo alla discussione interna che è tuttora in corso, perché consentirà di conoscere il giudizio degli abruzzesi sul quinquennio di Governo Marsilio sui temi della sanità, del trasporto pubblico, dei collegamenti nazionali, della promozione turistica e della cultura”. Solo dopo il sondaggio, spiega la nota, Azione prenderà una decisione. 

 


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