di Maria Cattini – Ancora due anni di lavori al Cimitero Monumentale dell’Aquila per riportare tutto nella condizione decorosa che i defunti meriterebbero e per permettere ai cittadini di rendergli omaggio in piena sicurezza.
E’ il dirigente del settore Ricostruzione pubblica del Comune dell’Aquila Mario Di Gregorio a rispondere sulle colonne de “Il Messaggero” alle forti polemiche suscitate dalla pubblicazione sui social network di foto riguardanti lo scandaloso stato in cui versa ancora il Cimitero del capoluogo aquilano.
“Per gli interventi sarà necessario spostare le salme nella nuova struttura,- ha spiegato Di Gregorio- anche perché la norma prevede che le bare non possano essere trasferite fuori dal cimitero né tenute all’aperto”.
È in fase di costruzione, infatti, un nuovo loculario dalla capienza di 600 posti che verrà utilizzato come deposito provvisorio per le bare rimosse per permettere l’esecuzione dei lavori nelle varie strutture del camposanto.
Di Gregorio smentisce anche le dichiarazioni fatte nel 2011 dall’assessore alle Opere Pubbliche Ermanno Lisi, che annunciò già allora il completamento dei progetti preliminari entro il mese di marzo dello stesso anno. Secondo Di Gregorio, gli elaborati di quei progetti, in realtà, non sarebbero mai stati redatti. Per questo si sta lavorando ancora sul progetto e i cantieri non potranno essere aperti prima della primavera 2014.
“Non c’è stato nessun progetto preliminare due anni fa – dice – Non c’erano i soldi per poterli fare, né per procedere alle fasi propedeutiche dei progetti, come gli esami per le tipologie di danno, di terreno o quelli alle fondazioni”. Si sarebbe trattato, quindi, delle solite promesse dell’Amministrazione comunale che, invece di assicurare il sacro riposo dei morti, pensa piuttosto a raccontare storie per assopire l’indignazione dei cittadini. O a sprecare soldi ed energie per opere dalla dubbia utilità.
In tutto sono stati 5 milioni di euro i fondi stanziati dal decreto 78 dell’allora commissario delegato del governo, Gianni Chiodi, e destinati alla ricostruzione del cimitero dell’Aquila.
Oltre alle opere di rifacimento dell’intero cimitero, Di Gregorio ha annunciato anche l’abbattimento dei loculi vicini alla chiesa di San Giuseppe, mai ultimati e dei quali è stato realizzato solo lo scheletro. La struttura in cemento armato risale agli anni Settanta, e comprende un migliaio di posti mai utilizzati “perché troppo piccoli e dalle dimensioni non a norma – conclude Di Gregorio. – Per questo verranno abbattuti”. L’ennesimo caso di sperpero di denaro pubblico avvenuto nel passato e sul quale oggi, grazie ai fondi per la ricostruzione, potremmo mettere finalmente una pietra sopra.
Ma per le lapidi dei nostri defunti dovremmo aspettare, secondo le stime del dirigente comunale e se i fondi verranno pagati regolarmente, ancora due anni.
In tutto, sette anni dal sisma solo per rimettere in ordine dei loculi. Se sette non fosse il numero magico che rappresenta per la Cabala l’unione dell’umano con la divinità nella sua perfezione, verrebbe da definire questa ennesima opera incompiuta del Comune dell’Aquila un vergognoso scandalo senza fine.
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