«Affinché il governo nazionale riconosca l’attribuzione di almeno un miliardo di euro l’anno per la ricostruzione e’ necessario che gli enti attuatori dimostrino di saper spendere le risorse dedicate alla ricostruzione già trasferite negli anni precedenti». Lo afferma il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi. «Dal 2009 in poi – ha aggiunto – il comune dell’Aquila mostra una sofferenza drammatica nella capacità di spesa. E questa sofferenza e’ evidente anche agli occhi attenti dell’amministrazione centrale. Questo non è un buon viatico affinché il governo si attivi celermente per finanziarie i prossimi interventi di ricostruzione. Negli ultimi incontri avuti a livello governativo mi e’ stata evidenziata la circostanza che in termini finanziari il Comune dell’Aquila ha registrato una giacenza di cassa al 31 dicembre del 2012 pari ad oltre 200 milioni di euro. A questo si deve aggiungere il dato dell’avanzo di amministrazione – sempre al 31 dicembre del 2012 – pari a 100 milioni di euro, di cui oltre 60 maturati nella sola annualità 2012. Questi dati sono stati confermati solo qualche settimana fa pubblicamente in occasione della approvazione del rendiconto 2012».
«La maggior parte di queste risorse – ha detto sempre Chiodi – sono quelle arrivate al Comune dell’Aquila dal governo centrale e dal Commissario Delegato per la Ricostruzione, finalizzate ad interventi di emergenza e di ricostruzione. Tale situazione mostra una evidente paralisi della macchina amministrativa comunale che, per ragioni comprensibili, crea piu’ di un imbarazzo quando, come in questi ultimi giorni, ci si attiva per chiedere nuove e più importanti risorse. Dobbiamo evitare che il governo si ponga nella condizione di individuare ed erogare nuove risorse solo quando le precedenti saranno spese. Più che gesti eclatanti e corse affannate ad attribuirsi meriti di molte vittorie di Pirro sarebbe necessario che chi ha la responsabilità di guidare il comune capoluogo dell’Abruzzo si ingegni per spendere quanto ha in cassa. Corre l’obbligo di essere credibili: le battaglie e le proteste eclatanti si possono fare solo quando si ha la coscienza di aver fatto tutto quello che è nelle proprie competenze. E non mi sembra che oggi il Comune dell’Aquila, a meno che non abbia speso ed impegnato le succitate risorse dal 1 gennaio 2013 ad oggi, sia in tali condizioni».