“In più di una bozza di ordinanza predisposta dalla Protezione Civile nazionale è stata chiaramente scritta una norma per commissariare, nella redazione dei piani di ricostruzione previsti per legge, i Comuni inadempienti. Mi sono sempre opposto poiché, nonostante le difficoltà e le resistenze, non ritenevo opportuna una tale misura. Mi stupisce l’indignazione ad orologeria dell’onorevole Lolli e del sindaco dell’Aquila. Nel caso in esame non si trattava di mafia, ovviamente, ma della volontà del governo di accelerare sui piani di ricostruzione: le aspettative di decine di migliaia di cittadini erano appese ai capricci e alle resistenze di chi non voleva regole e di chi non aveva nessuna intenzione di rispettare la legge, o peggio, di chi si alzava dai tavoli istituzionali perché non aveva capito cosa fossero i piani di ricostruzione. Del resto, nel nostro Paese, l’istituto del commissariamento è previsto anche nei casi in cui l’ente non ottempera a specifiche norme di legge: lo stesso Comune dell’Aquila di commissariamenti ‘ad acta’ ne ha molti! Ho confidato, nel negare il mio assenso a tale proposta – poi evidentemente a ragione – ad un ravvedimento da parte del Comune dell’Aquila. Il vero unico ostacolo all’avvio dei cantieri nei centri storici è stata la mancanza di strategia, di pianificazione, e la ferma volontà di sottrarsi alle responsabilità della ricostruzione. Così, il sindaco Cialente, nell’estate del 2010 si è dimesso da Vicecommissario per avere le mani libere e buttare tutto in una dannosa diatriba politica, costruendo una campagna elettorale di due anni che, per fortuna degli aquilani, terminerà tra qualche ora”. E’ quanto si legge in una nota di Giovanni Chiodi, governatore dell’Abruzzo.