Checkmate! Bridge – Non basta avere..
di Enrico M. Rosati | 19 Dicembre 2022 @ 05:11 | CHECKMATE
Nel gioco del bridge può capitare che il possedere le carte più alte non costituisca un reale vantaggio ma addirittura un ostacolo alla vincita di una partita.
Questo fatto porta a pensare a molte situazioni della vita umana: se avere determinate risorse è necessario per una degna sopravvivenza, l’eccesso di tali risorse può divenire controproducente, creando problemi derivanti appunto da un avere che ostacola l’essere.
Un esempio viene dall’essere ricco ma avaro: una ricchezza che non serve perché non migliora affatto la qualità della vita, se non a livello immaginativo di chi è schiavo dell’accumulare.
Io ho avuto la fortuna di sperimentare concretamente un principio spesso solo teorico: per godere di beni possibili, può essere necessario rinunciare a cose apparentemente ottime ma che in realtà non servono all’obiettivo prefissato, anzi ne impediscono il raggiungimento. C’è un tipo di accumulazione che fa perdere anziché guadagnare.
Oggi esiste tutta una letteratura minimalista che sostiene i vantaggi del poco, in totale contrasto ideologico con la pratica dominante. Ma che il consumismo che traina l’economia occidentale, allargandosi a macchia d’olio con la globalizzazione dei mercati e degli stili di vita, stia preparando catastrofi ecologiche e sociali è già nel pensiero di molti giovani.
Tornando al gioco del bridge, vediamo la situazione di gioco che mi ha portato alle precedenti divagazioni.
In questa mano didattica il contratto è di 3 SA, con attacco di 3 di Quadri per l’Asso del secondo difensore su cui il dichiarante sta basso, attendendo di far presa con il Re sul ritorno nel colore.
Le prese ci sono tutte; due a Quadri, pur cedendo Asso e Donna; tre a Cuori (e forse quattro), due a Picche e due a Fiori (e forse tre). Nove come minimo, basta incassarle.
Ed i movimenti? E gli ingressi? Ed i tempi? Il giocatore superficiale non se ne preoccupa: la ricchezza c’è, basta raccoglierla. Non scopre le carte perché pensa alla possibilità di fare una surlevée, con le Cuori ben divise. E non si accorge che potrebbe aver già affossato un contratto imbattibile.
Il ritorno di Ovest è effettivamente a Quadri. Sud prende e comincia ad avere qualche preoccupazione: ha un solo ingresso al morto e la seconda presa a Quadri non è ancora affrancata…
I resti delle Fiori o delle Cuori potrebbero essere ripartiti 3-3 ed allora salterebbe fuori la nona presa; quindi dà un colpo in bianco a Fiori per tentare entrambe le possibilità. E magari chi prende potrebbe rigiocare Quadri per affrancarsi due prese di lunga…
Ovest prende e ritorna a Picche. Sud fila un giro (ora è praticamente a book, la difesa ha tre prese e la Donna di Quadri vincente) e prende il successivo con il Re della mano. Incassa Asso e Re di Fiori, ma il palo non è ben diviso: Est è partito con la quarta. Ora prova la divisione delle Cuori, incassando Asso, Re e Donna; al terzo giro Est scarta una Quadri. Il dichiarante incassa l’Asso di Picche e si arrende: un down.
Perché il contratto non è stato realizzato? Per quel Re di Quadri conservato secco in mano quando poteva essere scartato sotto l’Asso! Allora il ritorno a Quadri avrebbe affrancato due prese; su qualsiasi altro rinvio, Sud avrebbe preso in mano e giocato piccola Quadri per affrancare due prese al morto.
Questa mano didattica insegna qualcosa in materia di comunicazioni. Non basta disporre di prese, bisogna anche essere in grado di incassarle. I due elementi fondamentali sono gli ingressi (carte che fanno presa) e le carte comunicanti (permettono il gioco dell’ingresso). Sono ugualmente importanti: non serve un ingresso che non ha carta comunicante, interna o esterna. La protezione degli ingressi può comportare, come nel caso della mano appena vista, la necessità di disfarsi di carte alte per conservare carte comunicanti.