Che fine hanno fatto i Consigli territoriali di partecipazione dell’Aquila?

di Alessio Ludovici | 10 Agosto 2023 @ 06:00 | POLITICA
Destra aquilana
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L’AQUILA – Una volta erano le circoscrizioni, poi la riforma che le ha cancellate in tutte le città sotto una certa soglia di abitanti. All’Aquila qualche anno dopo il sisma vennero rimesse in piedi autonomamente: si chiamavano Consigli territoriali di partecipazione (CTP). Lo scopo? Rappresentare la complessità del territorio aquilano, farlo partecipare attivamente alla vita amministrativa del Comune, seppur solo con poteri consultivi (obbligatori nel caso dei documenti contabili del comune). Poi l’oblio. In teoria andavano rinnovati, con l’indizione di nuove elezioni, ad ogni nuova consiliatura. Lo strumento invece è finito nel dimenticatoio, eppure in tanti della giovane amministrazione Biondi arrivavano proprio da quella esperienza. Il centrosinistra li ha rispolverati in quarta commissione, quella dei regolamenti, per sapere che fine hanno fatto, se sono ancora in vigore e cosa se ne intenda fare.

“Per noi – spiega in una nota Lorenzo Rotellini, promotore della discussione – la partecipazione è importante ed invece rischia di essere una parola vuota a L’Aquila, in un contesto di ricostruzione sociale e materiale ancora attivo e soprattutto con gli investimenti del PNRR che non hanno mai generato una discussione su come verrà ridisegnata la città e su come verranno spese le risorse a disposizione. Gli strumenti messi in campo nel post sisma, come i Consigli Territoriali di Partecipazione che in tante città hanno validamente sostituito le vecchie circoscrizioni, non possono essere lasciati marcire, anzi andrebbero potenziati e messi in connessione con l’Urban Center”.

Nel 2018 ci fu già un tentativo di riproporli e rinnovarli, con una proposta di delibera di Paolo Romano e Stefano Palumbo, poi bocciata.

“L’obiettivo della IV Commissione, che come opposizione abbiamo richiesto e svolto a prima firma del Consigliere Rotellini, era proprio quello di capire che fine avessero fatto i CTP, silenti dal 2017, anno di insediamento della giunta Biondi. Questo strumento avrebbe dovuto esprimere pareri consultivi e non vincolanti sulle proposte di deliberazione di interesse del territorio di competenza o di interesse generale del Comune, nonché la promozione, la partecipazione, l’informazione dei cittadini e l’esercizio di facoltà di iniziativa sulle materie di competenza del Consiglio e della Giunta comunali, attraverso istanze e proposte. Eppure, nel 2015, anno della loro costituzione, quasi 10.000 cittadini si erano recati alle urne per deciderne la composizione.”

“Dalla commissione l’accusa di Rotellini – invece è emersa, come già successo in passato con il boicottaggio del Festival della Partecipazione, la mancanza di volontà nel far partecipare e nell’ ascoltare la popolazione sui temi di interesse generale e collettivo. Per questo abbiamo chiesto di convocarli, di inviare ad essi le delibere di giunta per i pareri come prevede il regolamento e di fare le surroghe per sostituire decaduti. Noi crediamo che i CTP possano e debbano svolgere la loro funzione di partecipazione e di rappresentanza.”

 
 

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