Certificazione vicina: Univaq pronta a processare 200 test Covid al giorno

di Marco Signori | 05 Maggio 2020 @ 07:45 | ATTUALITA'
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L’AQUILA – L’Università dell’Aquila è pronta a processare fino a 200 test sierologici (prelievo e analisi del sangue) per il Covid-19 dopo che, entro la fine della settimana, arriverà la validazione dei kit da parte dell’Istituto superiore di sanità, a chiunque lo chiedesse.

Lo annuncia il rettore, Edoardo Alesse, che a L’Aquila Blog risponde ai tanti che in queste settimane si sono chiesti come mai l’Ateneo, nonostante disponga di laboratori importanti, seppur necessiterebbero di interventi per essere adeguati ai livelli di biosicurezza richiesti dalla pericolosità del Covid-19, non si stia occupando di processare i test.

“L’Università, come sempre ripeto, è a disposizione della città quindi qualunque cosa venga richiesto si mette a disposizione – dice Alesse, ordinario di Scienze tecniche di medicina di laboratorio – ho avuto un abboccamento a fine aprile con l’Ance e ci è stata richiesta una certa prestazione che riguardava i test sierologici. L’Università in proprio non è in convenzione con l’ospedale per la medicina di laboratorio, a differenza di chirurgia o reumatologia, per cui per fare prestazioni che abbiano valore di certificato deve seguire una procedura di accreditamento presso Comune e Regione, per questo ho risposto che in quel momento non potevamo”.

“Abbiamo una serie di professionisti all’avanguardia, tra cui il sottoscritto, composta da 10 docenti di cui 5 ordinari che si occupano di questo”, ricorda Alesse, spiegando come “anche se avessimo avuto già le certificazioni, quando ci è stato chiesto da Ance non erano disponibili kit validati per i test seriologici perché l’Istituto superiore di sanità non aveva ancora dato le certificazioni”.

“Sapevo che questa certificazione sarebbe arrivata tra l’8 e il 9 maggio”, aggiunge il rettore.

“Dopodiché c’è il problema dei tamponi (prelievo e analisi mucosa, ndr), che pure saremmo in grado di eseguire da un punto di vista tecnico, ma che non possiamo fare perché non possediamo un laboratorio cosiddetto P3, cioè con particolari requisiti di biosicurezza, perché questo virus, ancorché non molto aggressivo, non essendo noti un vaccino o dei farmaci è ritenuto letale”, spiega Alesse, che fa osservare come tuttavia “noi non ce l’abbiamo, ma neanche la Asl (solo dopo l’intervista è arrivato l’ok per il San Salvatore, ndr) né nessun’altro all’Aquila, per cui si tratterebbe di realizzarlo”.

“Alla domanda se l’Università può fare queste cose la risposta è sì”, dice il rettore, “abbiamo le competenze, ma di fatto la risposta è che, se si parla di tamponi, non abbiamo ancora la struttura dotata delle caratteristiche necessarie”.

“Se qualcuno ci chiedesse di farlo ci attiviamo”, aggiunge.

Più semplice, dunque, sembra la via della convenzione con la Asl per i test sierologici, per la quale “ci attiveremo” dice il rettore, ma solo “per finalità di ricerca”, puntualizza: “Se qualcuno ci chiede di farlo come servizio per la comunità dobbiamo avere i clienti. Ance lo voleva per il giorno dopo il 29, poi non so a chi si è rivolta”.

Sui tempi, il rettore spiega come “adesso le aziende iniziano a vendere i kit utili, non quelli veloci ma quelli con elevata sensibilità e specificità, e ci attiveremo per fare attività di ricerca e inizieremo il percorso di accreditamento del laboratorio, se ci saranno utenti che vorranno rivolgersi all’Università li faremo anche per l’esterno”.

“Noi facciamo la ricerca, la diagnostica possiamo farla o in regime di convenzione o se accreditiamo il laboratorio”, chiosa Alesse, che lancia una proposta alla Asl: “Noi facciamo diagnostica molecolare di alcuni tumori per la quale abbiamo stipulato una convenzione con l’azienda sanitaria, limitatamente ad alcuni test che loro non fanno e sarebbero stati fatti in altre università, ci siamo fatti avanti e la Asl per questo paga l’Università, potrebbe essere una strada anche per i test sierologici”.


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