Centri antiviolenza: in attesa dei fondi regionali si dice di no a tante donne

di Marianna Gianforte | 13 Gennaio 2023 @ 06:15 | ATTUALITA'
centro antiviolenza
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L’AQUILA – Dire che i fondi per i centri antiviolenza dell’Abruzzo siano raddoppiati con il provvedimento approvato per il rotto della cuffia il 30 dicembre dal Consiglio regionale, è una parola grossa; di certo, però, i centri riceveranno, per il prossimo triennio, qualche centinaia di euro che saranno fondamentali come l’ossigeno. In attesa che ciò accada, e soprattutto di capirci qualcosa in più dalla lettura e del breve emendamento presentato in ‘Zona Cesarini’ dalla consigliera regionale Sara Marcozzi (ex M5s e oggi nel gruppo misto), la responsabile del centro antiviolenza ‘Donatella Tellini’ dell’Aquila Silvia Frezza, spiega: “I centri antiviolenza di tutta la regione hanno bisogno di fondi strutturati e continuativi, soltanto così sarà possibile pianificare attività che vadano incontro alla tutela della donna accolta e della sua eventuale famiglia, composta quasi sempre da bambini piccoli”. L’emendamento di Marcozzi prevede, in particolare di incrementare il fondo a sostegno dei centri antiviolenza e delle case rifugio in Regione Abruzzo di 150mila euro all’anno per i prossimi tre anni. Tutti i centri antiviolenza, come il ‘Donatella Tellini’, sinora, si reggono sulle gambe di una sola linea di finanziamento nazionale, la legge 31 del 2006 che arriva alla Regione e da questa alle associazioni che gestiscono, ed è la stessa somma dal 2006. “C’è bisogno di più risorse per portare avanti le molteplici attività del centro a tutela delle donne vittime di violenza – spiega Frezza -: l’anno scorso sono state rendicontate attività per circa 26mila euro. Attività consistenti che hanno bisogno di sostegno”. Tante le donne che si sentono respingere la richiesta di accoglienza proprio per la mancanza di risorse per sostenerle e di spazi nei quali accoglierle. 

Intanto il centro rende nota la corposa attività svolta dal 2018 a oggi: 40 donne accolte nel 2018, delle qualo 24 con figli, 26 straniere e 25 residenti nella provincia dell’Aquila; nel 2019 38 ingressi di cui 26 con figli, 25 straniere e 29 dell’Aquila; nel 2020 addirittura 60 ingressi (è l’anno della pandemia), dei quali 42 con figli, 45 straniere e 39 dell’Aquila; nel 2021 le donne accolte sono state 46, delle quali 28 con figli, 33 straniere e 26 dell’Aquila. Nel 2022, infine, sono state 49 le donne accolte, di queste 40 con figli, 32 straniere e 32 dell’Aquila.

 


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