Cellulari: al via la nuova mappatura aree senza segnale telefonico
di Enrico M. Rosati | 13 Agosto 2023 @ 05:27 | UTILI
ROMA – L’Unione Nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti Montani (Uncem) rilancia una mappatura delle aree italiane che non dispongono di segnale telefonico: in queste zone telefonare, mandare messaggi o navigare su internet risulta impossibile con lo smartphone. Con una pubblica amministrazione che va sempre più verso la digitalizzazione di tutti i servizi al cittadino il problema diventa macroscopico. Inoltre, la mancanza di linea telefonica non rappresenta solo un ostacolo alla connettività, ma costituisce anche un rischio per la sicurezza pubblica.
Nella prima mappatura, effettuata nel 2019, con 1450 segnalazioni da tutto il Paese, erano stati riscontrati problemi in varie zone della provincia aquilana: soprattutto a Molina Aterno, Cansano, Pettorano sul Gizio, Scanno e più altre zone nel Parco Nazionale d’Abruzzo e Molise.
Oggi, a distanza di quattro anni dall’ultimo monitoraggio, è iniziata una nuova mappatura. Tutti possono contribuire alla mappatura. Evidenziando i problemi nel proprio Comune, con uno o più operatori della telefonia mobile, o in altri Comuni, dove ci si reca in vacanza, per un’escursione, per un viaggio, o semplicemente si passa in auto o a piedi. E il segnale va giù. Per partecipare e segnalare dei disservizi basta cliccare il seguente link.
“Vogliamo continuare ad agire su una grande emergenza del Paese – spiega il Presidente Uncem Marco Bussone – che con la tv che non si vede e le zone montane senza banda ultralarga, è la prima emergenza da colmare. Un problema di tutta l’Italia, non solo delle aree interne e montane, la telefonia mobile e le troppe zone dell’Italia senza copertura. Se l’Italia vuole essere tutta connessa, smart e intelligente, a prova di futuro, le infrastrutture di rete devono essere per tutti”.
L’assenza di linea è un impedimento dello sviluppo concreto delle aree montane, nonché una stoccata al turismo che chiaramente ne viene influenzato in modo negativo. Si pensi a quando, durante il Covid, moltissime persone sono scappate dalle città per rifugiarsi in paesi montani e in campagna pur di fare smart working circondati dal verde, e quando l’assenza di linea possa aver inficiato la possibilità di questi comuni di godere di tale turismo.
Dal 2019 ci sono stati passi avanti, infatti Uncem ha lavorato con gli operatori di telefonia e i proprietari delle reti per risolvere i problemi segnalati portando risultati più che positivi: le aziende hanno pianificato investimenti che stanno ora diventando realtà. Tuttavia, dove le imprese private non riescono a raggiungere, lo Stato deve intervenire con investimenti pubblici. Il cosiddetto “digital divide” inizia con le reti mobili, e rappresenta un problema serio che richiede un intervento su scala nazionale. Anche le Regioni hanno programmato investimenti, e ulteriori fondi saranno previsti grazie ai programmi POR FESR e PNRR. Nella legge di bilancio 2020 sono stati previsti 1,5 milioni per nuovi tralicci, che ancora devono essere spesi e Uncem ha recentemente scritto al Ministro Colao che gli oltre 8 miliardi per contrastare il digital divide con nuove reti, previsti dal PNRR, non possono andare solo alle aree urbane.