Protagonista è un ristorante di Milano, multato e addirittura chiuso dal Fisco per tre giorni a causa di una serie di violazioni avvenute tra il 5 e il 17 luglio di due anni fa.
Il verbale della Guardia di Finanza ha contestato l’emissione di 3 ricevute fiscali da parte del ristorante, che solo in un secondo momento avrebbe praticato uno sconto rispetto al totale della ricevuta.
Tre gradi di giudizio per valutare se un contribuente che ha versato 4 euro in meno rispetto al dovuto decada o meno dalla sanatoria e altri tre gradi di giudizio per stabilire se un ristorante che ha emesso tre ricevute per un importo superiore a quello incassato di 0,50 euro debba chiudere l’attività per tre giorni. È quanto emerge dalla lettura di due ordinanze depositate il 19 novembre dalla Cassazione (26309 e 26322).
Spiega Il Sole24Ore:
“Complessivamente l’incongruenza ammontava a 1,50 euro e lo spread tra quanto certificato in tre ricevute fiscali e quanto pagato dai clienti risultava dagli incassi registrati tramite il Pos, ossia con transazioni tracciabili attraverso bancomat e carte di credito. In pratica, l’esercizio avrebbe praticato uno sconto di 50 centesimi per ognuna delle tre fatture incriminate“.
La multa che il Fisco ha chiesto di pagare è di 2.064 euro, e il ristoratore, per evitare una controversia lunga e costosa, l’ha pagata. Ma c’e stata come detto una sanzione aggiuntiva, la sospensione dell’attività per tre giorni. Ritenendola immotivata, il proprietario del ristorante milanese si è rivolto ai giudici tributari. Che in primo grado, constatato che la sospensione dell’attività era già avvenuta, hanno stabilito che non era necessario annullare il provvedimento del Fisco.
Nel ricorso però le cose sono andate diversamente. Questa la decisione della Commissione tributaria regionale della Lombardia:
“Le tre ricevute indicavano ciascuna un corrispettivo superiore di 50 centesimi a quello incassato con il Pos e quindi non era stata posta in essere alcuna evasione fiscale“.
Grande utilizzo di risorse
Per ciascuno di essi sono stati presentati tre ricorsi/appelli, tre controdeduzioni/controricorsi, tenute tre udienze oltre a notifiche, comunicazioni e costituzioni. Sono stati impegnati 11 giudici per ciascuno (3 in Ctp, 3 in Ctr, 5 in Cassazione). Da notare che nei due giudizi in cassazione vi è anche il coinvolgimento dell’Avvocatura dello Stato e della Procura Generale