Cassazione: anche i “like” a post razzisti possono essere istigazione all’odio
di Alessio Ludovici | 03 Marzo 2022 @ 06:00 | LA LEGGE E LA DIFESA
L’AQUILA – Social e Tribunali, ormai è un classico. A finire all’attenzione della giustizia questa volta sono i like a post antisemiti pubblicati sui social: un indizio di reato secondo il tribunale, valutazione confermata da una sentenza della Cassazione. Il like corrobora le evidenze processuali e, per gli algoritmi di Facebook, contribuisce ad una ulteriore maggiore diffusione del messaggio.
Lo ha deciso la Cassazione, sentenza n. 4534, respingendo il ricorso contro una misura cautelare disposta dal Gip. L’accusa era di istigazione all’odio razziale e alla base della contestazione c’erano soprattutto le attività dell’indagato sui social. Per la difesa i like erano una mera espressione di gradimento dalla quale non si poteva desumere alcuna appartenenza ad un gruppo né la condivisione dei contenuti dei post.
Di tutt’altro avviso il riesame e la Cassazione: “La funzionalità newsfeed, – e cioè il continuo aggiornamento delle notizie – si legge nella sentenza – e delle attività sviluppate dai contatti di ogni singolo utente è, infatti, condizionata dal maggior numero di interazioni che riceve ogni singolo messaggio”, ergo chi metto un like “si rende responsabile della possibilità che quel post o quel commento abbia una maggiore visibilità anche presso altri utenti”.