Sulla polemica che Francesco Rutelli ha innescato, con dichiarazioni e iniziative contro i colleghi Primo Di Nicola e Emiliano Fittipaldi dell’Espresso e Lucia Annunziata della Rai, interviene il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Enzo Iacopino.
“Il problema – spiega Iacopino – non sono le ‘fregnacce’, vere o presunte, scritte dai giornalisti, ma il dovere di garantire ai cittadini la verità senza zone d’ombra su una vicenda vergognosa che va ben oltre le decine di milioni di euro di pubblico danaro allegramente sottratte dal tesoriere della Margherita. L’onorevole Rutelli sta, comprensibilmente, vivendo un momento personale e politico molto difficile. Scoprire di avere, assieme ad altri, dato fiducia a chi oggi lui definisce ‘un ladro’ è cosa che può far perdere il controllo.
I giornalisti, però- prosegue il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti – debbono fare il loro mestiere. Si tratta di raccontare come sono stati sperperati milioni di euro. Danaro dei cittadini. Nessuno, nè l’Espresso nè la collega Lucia Annunziata intende dare o togliere patenti di onestà. I fatti sono dolorosamente chiari solo in parte e l’on Rutelli può dare un contributo utile per eliminare qualche zona d’ombra. Le domande dei giornalisti non sono accuse, ma rientrano nell’adempimento del dovere costituzionale di fornire ai cittadini ogni elemento di verità -puntualizza ancora il presidente dell’ordine dei giornalisti- Sarebbe davvero un bel gesto se l’on Rutelli ammettese di avere usato toni e parole impropri per un leader politico che ha certamente il diritto di rivendicare la propria onestà, ma è consapevole, per averlo più volte proprio lui ricordato ad altri parlamentari, che i politici hanno dei doveri in più rispetto agli altri cittadini”.
Caso Lusi: la lettera dei 34 senatori a Schifani
Questa la lettera che 34 senatori hanno inviato al presidente del Senato, Renato Schifani, sull’intervista rilasciata a ”Servizio Pubblico”, nei locali di Palazzo Madama, da Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita. ”Le chiediamo – scrivono – di investire il Consiglio di Presidenza, ai sensi dell’art. 67, comma 4, del Regolamento del Senato, alla luce di un fatto di particolare gravita’ che si e’ svolto nel Senato, nell’ufficio del Senatore Luigi Lusi. Egli ha rilasciato un’intervista a un inviato della trasmissione ‘Servizio Pubblico’ nella quale – come pubblicato da tutti i mezzi di comunicazione, e interamente riportato su ‘Il Fatto Quotidiano’ nell’articolo che si allega – ha rivolto gravissime accuse diffamatorie, tanto piu’ in quanto grossolanamente generiche, al gruppo dirigente del partito DL – La Margherita. I responsabili del partito sono riconosciuti come parte offesa nel procedimento penale in corso contro il Sen. Lusi presso la Procura della Repubblica di Roma, che ha gia’ disposto due successivi atti per il sequestro dei beni del Lusi, indagato con diversi suoi familiari per gravi reati , e accusato di ‘rilevanti attivita’ predatorie’.
Contemporaneamente, i legali della parte offesa hanno annunciato un’azione in sede civile per il risarcimento dei danni arrecati dalle gravi diffamazioni operate dal medesimo Lusi”.
”E’ tuttavia indispensabile – rilevano i 34 senatori – un immediato chiarimento a tutela dell’onorabilita’ dei sottoscritti Senatori poiche’ l’attivita’ diffamatoria si e’ svolta nei palazzi del Senato e potrebbe reiterarsi, da parte di un Senatore che tuttora esercita il suo mandato, con l’effetto di un intollerabile inquinamento della correttezza dei lavori e dei rapporti politico – istituzionali nel Senato della Repubblica. I sottoscritti Senatori chiedono che Lei, Signor Presidente, voglia dunque investire il Consiglio di Presidenza perche’, avvalendosi della procedura prevista dal citato comma 4 dell’art. 67 del Regolamento, possano essere sentiti i Senatori interessati e deliberate le sanzioni eticamente e politicamente adeguate, conseguenti alla risposta data dal Sen. Luigi Lusi al seguente, precisamente specifico e circoscritto quesito: ‘Se sia vero e possa dimostrare – come asserito nella trasmissione ‘Servizio Pubblico’ dell’8 marzo 2012, e riportato sulla stampa sotto titoli quali ‘Erano tutti d’accordo’ – che anche uno solo dei sottoscritti Senatori concordasse o fosse a conoscenza circa le attivita’ (o anche la mera esistenza di societa’) cui sono stati destinati fondi della Margherita – DL per utilizzo personale, anziche’ per attivita’ politiche”.
”I procedimenti in sede penale e civile, con i tempi necessari, purtroppo non brevi, consentiranno l’accertamento dei delitti commessi e le relative sanzioni; ma sono indispensabili – concludono – un immediato ripristino della nostra onorabilita’ e il rispetto delle funzioni istituzionali e quindi della piena credibilita’ del Senato nel suo complesso”.