Caro energia. Imprese, Rainaldi: “Le banche facciano la loro parte”

di Marianna Gianforte | 17 Ottobre 2022 @ 06:00 | ATTUALITA'
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L’AQUILA – Evitare il panico, non cadere nella convinzione che non si trovi una via d’uscita. E insistere nei confronti del Governo che sta per insediarsi sulla necessità di differenziare gli strumenti, le soluzioni, a seconda del tipo di consumo che le aziende, per tipologia produttiva e per dimensioni, devono avere. Stabilire, poi, sgravi differenti per le imprese collocate nelle aree interne montane, dove i consumi sono maggiori: un conto è vivere in Sicilia o sulla costa, un altro è vivere nel cuore dell’Appennino o ai piedi delle Alpi, luoghi in cui il riscaldamento è acceso per una buona parte dell’anno e pesa notevolmente sui bilanci aziendali, oltreché su quelli delle famiglie e delle pubbliche amministrazioni, inermi di fronte alle maxi bollette in arrivo in questi giorni. A delineare un percorso il più possibile propositivo e concreto e soprattutto immediato da attuare per cercare di dare una boccata d’ossigeno al sistema imprenditoriale e produttivo del territorio aquilano e nazionale, sempre più vicino a una crisi senza precedenti causata dalla guerra della Russia all’Ucraina e dal caro energia, è il responsabile di Confindustria per il territorio dell’Aquila Ezio Rainaldi. Che si rivolge anche (e soprattutto) al sistema creditizio:

“Le banche devono fare la loro parte e rateizzare le maxi bollette in arrivo già in queste settimane per un periodo adatto ad aiutare le imprese prima che chiudano battenti”.

D’altra parte se crolla il sistema imprenditoriale s’impoverisce anche il contesto sociale ed economico, con conseguenze anche per il sistema bancario.

“Non bisogna diffondere un clima di panico – insiste Rainaldi – e non fare il gioco delle ‘contraddizoni'”, ossia non contrapporsi gli uni contro gli altri per posizioni politiche o ideologiche o per interessi di settore e di categoria. “No alla lotta tra Guelfi e Ghibellini – conclude Rainaldi -, perché sarebbe un male per tutti; occorre invece fare lo sforzo di rimanare propositivi, uniti, cercare una via d’uscita per tutti e, soprattutto, soluzioni concrete e percorribili subito per la nostre aree interne”.

Anche gli imprenditori sono in guerra, una guerra per la sopravvivenza.


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