Caro bollette, Confcommercio: “Un contraccolpo peggiore del terremoto”
Il grido d'allarme dei commercianti senza sostegni. La storia di Nestore, gestore di una vineria a Celano: "Bolletta più salata del 120% a dicembre"
di Marianna Gianforte | 25 Gennaio 2022 @ 06:03 | ATTUALITA'
L’AQUILA – Si dice all’Aquila che “sopra ajiu cottu, l’acqua bollita”, e non servono traduzioni per spiegarne il significato. Gli ustionati in questione sono i piccoli commercianti, che come foglie aggrappate su un ramo (ma non “in attesa”, come canta romanticamente Guccini) cercano di difendere le loro aziende con tenacia e qualche volta con disperazione. Ristoranti, botteghe, palestre, bar, discoteche, cinema, negozi di abbigliamento e così via: tutto il comparto del commercio, con la sua mole di lavoratori e lavoratrici diretti e indiretti, soffre il contraccolpo dell’emergenza sanitaria causata dalla pandemia da Sars-Cov-2. Un’emergenza, dice il presidente della Confcommercio dell’Aquila Angelo Liberati, “peggiore del terremoto che nel 2009 distrusse il tessuto economico e sociale del territorio”.
Adesso il terrore che si aggira sulle teste dei commercianti – 2.300 solo quelli della Confcommercio provinciale – si chiama “caro bollette”, che aggrava la già lunga crisi economica dovuta alle restrizioni dell’emergenza sanitaria, alle chiusure, allo scarso movimento di persone (turismo praticamente di nuovo fermo da dicembre), che si sono tradotti in due anni di minori acquisti, minore circolazione di merci, minor fatturato e tanti, tanti debiti. Un rincaro evidente già nelle bollette di energia elettrica e di gas metano che stanno arrivando in questi giorni e che in alcuni casi triplica i costi dei consumi rispetto ai mesi scorsi, superando di gran lunga quel rialzo del 50% previsto dagli analisti e confermato dal ministero dell’Economia.
NESTORE PESTILLI
La storia di Nestore Pestilli, che a Celano gestisce il bar che fu dei genitori, non è diversa da quella di tanti altri ristoratori. Due anni di chiusure, poi altalenanti riaperture, flusso dei clienti mai più uguale a quello del periodo precedente alla pandemia, meno guadagno, meno lavoratori alle proprie dipendenze, più fatica a far fronte a tasse, contributi, mutui, fornitori e così via. “Il mio locale è un bar pub vineria, aperto dai miei genitori diversi decenni fa e, alla fine degli anni Cinquanta, diventato bar con mescita di vino, le cantine di una volta insomma. Dal 1993 è stato trasformato com’è adesso. È e resta un’attività di famiglia”, dice orgogliosamente. Non sarà certo una pandemia – con tutto quello che consegue – a fermare una storia così lunga. Ma il contraccolpo si sente, come una botta violenta di vento in faccia.
“Altro che aumento del 50%! Le bollette stanno raddoppiando e triplicando: i consumi di dicembre sono stati inferiori a quelli di agosto, che è il mese in cui il locale lavora di più, eppure l’importo della bolletta dell’energia elettrica è aumentato del 120% rispetto ai precedenti pagamenti. A settembre (750 euro), ottobre (1.100 euro) e novembre (1.280) ho avuto meno consumi dei mesi precedenti, eppure bollette più care. Sino all’ultimo regalo natalizio: una bolletta di 1.940 euro a dicembre. Che cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi? Come faremo quando le somme si accumuleranno ma i guadagni resteranno così bassi?”.
Un riferimento al fatto che dall’inizio dell’emergenza sanitaria “rispettando tutte le norme e le prescrizioni anti contagio da Covid-19, e finendo Celano in zona rossa per molte settimane nella primavera del 2021, il lavoro si è letteralmente dimezzato”.
CONFCOMMERCIO
“I commercianti stanno vivendo un momento bruttissimo”, rimarca il presidente Liberati, che sedendo anche negli organismi nazionali della Fida Confcommercio, ha il polso della situazione a livello nazionale:
“Abbiamo situazione veramente critica in Italia, ma in provincia dell’Aquila in modo particolare: è peggio del post sisma per impatto economico. Una situazione terribile adesso più che all’inizio della pandemia, nel 2020, e che sta colpendo tutte le categorie, in primo luogo quelle della somministrazione, i ristoranti e gli hotel, che si erano riattivati esponendosi a livello bancario. Ma mentre il Governo Conte varò dei sostegni, oggi non c’è alcuna sospensione di tasse, Inps e mutui, non ci sono aiuti. Abbiamo chiesto alla Confcommercio nazionale di premere sul Governo affinché misure di sostegno e cassa integrazione vengano di nuovo previsti. Ma occorre fare prestissimo. Confcommercio ha proposto anche l’abbattimento del 40% delle bollette e sembrerebbe che il Governo abbia recepito, ma quando diventerà realtà? Le imprese stanno affogando, non si può intervenire con le scialuppe in mare”.
SALDI
Nessuna boccata d’ossigeno sta arrivando dai saldi di stagione. Eccetto i primi due giorni di avvio della stagione invernale dei saldi, a inizio gennaio, come spiega anche il presidente di Confcommercio Abruzzo Roberto Donatelli, anche su questo fronte tutto è immobile: la frequentazione dei negozi è scesa in tutte le categorie. Spiega Liberati:
“Il terziario sta soffrendo moltissimo, l’abbigliamento soprattutto. Prima della pandemia la media della spesa in occasione dei saldi era di 280 euro a famiglia; quest’anno non raggiunge – sino a ora – nemmeno la stima rivista al ribasso della metà”. E su questo, peserà per l’Abruzzo e per le altre regioni in fascia di rischio contagi arancione, appunto la chiusura di attività per coloro che non hanno il green pass rafforzato.
Intanto Liberati ha coinvolto in un’azione anche Codacons Abruzzo, l’associazione per la difesa dei consumatori. La quale avrebbe rivelato che esisterebbero delle anomalie nella fatturazione delle bollette e, probabilmente, interverrà con azioni specifiche.
AUMENTO DEI PREZZI
L’aumento di gasolio – che fa lievitare le bollette dei consumi – comporta anche l’aumento dei prezzi. Già nei supermercati, ad esempio, come anche all’ingrosso, è evidente l’aumento delle farine, che fa – è il caso di dirlo – lievitare anche i prezzi dei prodotti finiti: il pane, in particolare, e la pasta. I listini al bancone all’Aquila sono già stati rivisti al rialzo in questi giorni, con diversi bar che hanno aumentato il costo della caffetteria (caffè, cappuccino, cornetti).
Soffrono anche le sale cinematografiche: sul fronte delle presenze alle prime dei film è un disastro. A Natale, per antonomasia il periodo del pienone nelle sale dei cinema, è stato un deserto. E all’orizzonte, anche in questo caso, si intravedono conseguenze sul personale.
Con la pandemia, ricorda Liberati, molte attività hanno chiuso per giorni e giorni per quarantena, senza una briciola di sostegno economico.
“Come Confcommercio spingiamo affinché s’inserisca in un provvedimento la possibilità di un reintegro per chi ha un fatturato inferiore del 30% rispetto al 2019. Il Governo ci ha risposto positivamente, ma si procede lentamente mentre i disagi aumentano: sono tutti troppo concentrati sull’elezione del presidente della Repubblica”.
RISCHIO CHIUSURE
A insistere sul rischio chiusura di tante aziende in provincia e in regione è il presidente regionale di Confcommercio Donatelli:
“La nostra percezione è che senza aiuti immediati i commercianti di tutti i settori corrono il rischio concreto di non riuscire a mantenere le aperture. Molti si sono indebitati per far fronte alle minori entrate a causa delle chiusure dovute all’emergenza. Fortunatamente almeno sul fronte dei mutui bancari il Governo ha accettato una proroga. Ora occorre subito che vengano erogati dei ristori per le aziende che sono aperte ma non lavorano perché ci sono migliaia di persone contagiate dal Sars-Cov-2 e che sono chiuse in casa”.
Chiesto – e ottenuto – infine, da parte di Confcommercio, il credito d’imposta sulle rimanenze di magazzino per il settore dell’abbigliamento, per il quale si spettano i decreti attuativi, e che dà un piccolo respiro al settore moda.