Carmine Di Giandomenico: disegno Batman, ma sogno Superman

di Isabella Benedetti | 13 Luglio 2022 @ 06:00 | Punti di svista
Carmine di Giabattista fumetto-
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L’AQUILA – Ne ha fatta di strada il fumetto dalla prima apparizione di Yellow Kid nel 1895, come supplemento domenicale del New York World, ad oggi. Se lo statunitense Richard Outcault è il passato remoto del fumetto, Carmine Di Giandomenico, talentuoso disegnatore teramano, è il presente di questa forma d’arte. Rimane, però, un filo conduttore, un tratto in comune fra il fumetto di ieri e quello di oggi che è quel linguaggio un po’ irriverente, quel messaggio un po’ di rottura che travalica altri mezzi di comunicazione.

Ho incontrato Carmine di Giandomenico all’Aquila in occasione della festa dell’Arma dei Carabinieri (per il 208° anno dalla fondazione), ospite d’eccezione in rappresentanza dell’Accademia di Belle Arti, dove insegna, dall’ottobre scorso, l’arte del fumetto. L’artista, nei tempi ristretti della cerimonia, in uno spazio a lui assegnato, nello splendido scenario del palazzo dell’Emiciclo, ha realizzato una tavola pittorica, rubando un po’ la scena alla parata di forze e catturando l’attenzione di tutti i presenti. Carmine si muove davanti il foglio bianco con i gesti rapidi e sicuri di chi è padrone della propria arte, gesti metabolizzati e ripetuti tante e tante volte nel tempo. E’ come dominato da una forza ultraterrena, ascolta e segue una sua melodia mentale. I suoi movimenti sono danza, le sue mani imprimono forma e armonia alle linee, riempiono gli spazi di colore. Chi lo osserva ne rimane affascinato. Qualcuno dalle retrovie esclama: ”E’ Batman! E’ il disegnatore di Batman”. Un cavallo nero, intanto, prende forma sotto le sue mani, è imbizzarrito, incitato alla carica, i suoi zoccoli affondano nel terreno. Sembra una metafora figurativa del carattere degli aquilani, con il suo slancio verso una meta e il legame alla terra. Esprime forza, potenza, genio artistico ed idea. Come mi spiegherà Carmine stesso, più tardi, non è l’artista a maturare l’idea, ma è l’idea a scegliere l’artista. Queste vivono nello spazio metafisico delle astrazioni, l’artista è un tramite, il vettore che le porta sul piano della materialità, dà loro carattere fisico.

Il suo talento si è manifestato già da bambino. Mentre le persone comuni, a cinque anni, disegnano soggetti alti come case, dalla dubbia fisionomia, a cui qualcuno di buon cuore dà un nome, il “nostro” realizza un Goldrake che guarda le stelle, come lo disegnerebbe il fumettista creatore del personaggio. Da allora, Carmine non si è più fermato. Il suo destino era scritto, o meglio, disegnato. Dal debutto nel 1994 con Examen (della Phoenix) di Daniele Brolli, fino ad oggi, disegnatore di Batman per la DC America, l’excursus lavorativo di Carmine è una costellazione di supereroi e di successi. “Come mai, un colosso statunitense dell’editoria come la DC Comics ha scelto un disegnatore d’oltreoceano, un abruzzese?” gli chiedo in una telefonata che ci terrà un pomeriggio a parlare di arte e del mondo del fumetto. “Perché i disegnatori italiani sono un’eccellenza nel mondo, gli americani ci riconoscono un’eleganza di stile che naturalmente subisce contaminazioni dall’arte, dalla cultura, dalla bellezza che ci circonda. Nessuno può vantare un patrimonio artistico come il nostro.

Un fumettista racconta una storia attraverso il disegno. Michelangelo, nella Cappella Sistina, ha narrato la storia del Giudizio Universale tramite immagini. A ben vedere, Michelangelo, nella realizzazione del suo capolavoro ha utilizzato un modus operandi che è a fondamento della fumettistica, quella che io chiamo “dattilografia del tempo”. Nella scomposizione dell’opera, i blocchi di immagini che creano altrettanti spazi temporali, sono come i singoli maestri di musica che poi suonano la sinfonia nella coralità dell’intera orchestra. Il tempo è un fattore chiave nel mio lavoro. Lo è anche sotto un altro aspetto, più prosaico, che risponde a strette esigenze editoriali. E’ importantissimo consegnare le tavole nei tempi stabiliti, gli americani sono rigidissimi al riguardo. La pubblicazione del fumetto prevede un lungo lavoro di equipe a monte, una “filiera editoriale” che non ammette ritardi. Ma io sono un record man sotto questo aspetto. Ho realizzato per il Guinness dei primati 56 tavole pittoriche in 48 ore. Volevo mettermi alla prova e, nel contempo, chiudere la trama della mia prima opera completa, Oudeis, che è una mia particolare versione dell’Odissea.”

Avendolo visto all’opera non stento a credere alle sue parole. “Quanto c’è di Carmine, da un punto di vista umano, nelle storie che rappresenti?” “Tantissimo. Ci sono state coincidenze tra eventi della mia vita e alcune sceneggiature che mi hanno profondamente colpito. Quando mi hanno chiamato a disegnare la rentree di Johnny Storm, dei Fantastici 4, dovevo raffigurare il supereroe mentre era sottoposto a svariati interventi chirurgici. In contemporanea, mio padre era in ospedale e subiva un’operazione. Ho lavorato con un pathos indescrivibile. Un lavoro in prossima uscita prevede l’abbraccio di un personaggio con la propria madre. E’ insolita la presenza di una figura materna nella sceneggiatura di un fumetto. L’ho visto come un segno. Ad un anno dalla scomparsa di mia madre quel disegno sarà il mio saluto, la mia dedica a lei”. “Dall’inizio della tua carriera hai disegnato ogni tipo di personaggio, per la Marvel praticamente tutti: Daredevil, Spider-Man, Iron Man, tutti i mutanti, tutti gli eroi di Asgard, Thor in primis, Capitan America. Dylan Dog per la Bonelli editore, fino ad oggi con Batman. Chi manca all’appello?” “Superman. Vorrei tanto poter interpretare una bella sceneggiatura su questo supereroe” Obietto, scherzando un po’, che Superman non è fascinoso quanto Batman. Sarà che, per l’immaginario femminile, Batman, nella trasposizione cinematografica, è un’icona sexy come Michael Keaton con una tuta nera che sembra uno pneumatico cucito addosso. Superman non regge il confronto. “Di Superman mi piace il profilo umano e il profondo travaglio interiore. Pensa, è un eroe che può salvare il mondo, ma non la vita di suo padre. Questo suo limite, questa fragilità lo avvicina molto a noi”. “E i tuoi progetti per il futuro?” “Per ora continua la mia collaborazione con la DC Comics. In autunno riprenderò le lezioni all’Accademia di Belle Arti, i ragazzi sono bravissimi e mi danno tante soddisfazioni. Ho poi un progetto nel cassetto, un lavoro tutto mio che mi piace e stimola tantissimo. Se vuoi te ne parlo, ma non dvi scriverlo, sai com’è, per scaramanzia”.


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