Carabinieri di Bologna: arrestano una banda che truffava gli anziani anche in Abruzzo
di Redazione | 13 Dicembre 2021 @ 17:59 | CRONACA
BOLOGNA – Avevano truffato gli anziani anche in Abruzzo, la banda scoperta dai Carabinieri di Bologna. Una rete, nella quale agivano tre gruppi con base in provincia di Napoli e a Barcellona in Spagna e trasfertisti in giro per l’Italia, specializzata nelle truffe ai danni delle persone anziane è stata scoperta dai carabinieri di Bologna che, nel capoluogo campano, hanno eseguito, come disposto dal Gip, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 10 persone, quattro al momento quelle arrestate di età compresa tra i 20 e i 30 anni, per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe aggravate ai danni di pensionati, autoriciclaggio e ricettazione.
Sequestrati, in via preventiva, 100mila euro probabile provento dei raggiri.
Sessantaquattro i “colpi” contestati (17 in Emilia-Romagna, 11 in Lombardia, 9 in Veneto, 6 in Toscana, 5 in Piemonte e in Abruzzo, 3 nelle Marche, 2 in Umbria e Basilicata, una in Friuli-Venezia Giulia, Sardegna e Campania) che avrebbero fruttato, da una prima stima, circa 200mila euro.
Tutto iniziava con la telefonata di un sedicente avvocato e di un finto carabiniere che, alle anziane vittime, chiedevano fino a quattromila euro o gioielli preziosi, per aiutare un figlio o un nipote finito in guai giudiziari per i quali serviva una “cauzione”.
A fare scattare l’indagine, coordinata dalla Procura di Bologna, è stato un raggiro avvenuto nel gennaio di quest’anno a Marzabotto, sull’Appennino bolognese: dopo avere ricevuto una telefonata a casa da un uomo che si è finto un legale e poi un’altra da un militare, una 95enne ha consegnato a un altro complice, che si è presentato come assistente dell’avvocato, 3.880 euro.
Da qui sono scattati gli accertamenti che hanno portato i carabinieri a individuare i tre gruppi: i coordinatori di ognuno con telefoni e sim dedicati contattavano gli anziani – in una mattinata i carabinieri hanno conteggiato anche un centinaio di telefonate a utenze fisse trovate sul web – e con altri gli ’emissari’, sono stati definiti dagli investigatori, che andavano a riscuotere denaro o preziosi.