“Gli studenti fuori sede hanno diritto a una agevolazione fiscale sull’affitto regolarmente pagato. Ma il confronto tra il numero di contribuenti che ha usufruito della detrazione e quello di chi frequenta l’università in una città diversa dal luogo di residenza rivela una forte evasione fiscale”. Lavoce.info, in un articolo di Raffaele Lungarella se ne occupa, andando a studiare la normativa e incrociando dati.
DETRAZIONE PER STUDENTI FUORI SEDE
Per gli studenti universitari fuori sede sono previste alcune agevolazioni fiscali sugli affitti, che tuttavia non sembrano sufficienti a creare un contrasto di interesse con i proprietari tanto forte da limitare l’evasione fiscale in questo mercato.
Gli studenti universitari, o i loro genitori, possono portare in detrazione dalle imposte il 19 per cento di una spesa massima di 2.633 euro all’anno sostenuta per i contratti di locazione, di ospitalità e per le assegnazioni di alloggi e posti letto da parte enti per il diritto allo studio, università, collegi universitari onlus e cooperative. La detrazione – massimo 506 euro – non dà luogo a un rimborso, se l’importo non trova capienza nell’imposta lorda del contribuente. Il limite di spesa è riferito a ogni contribuente: i genitori che hanno a carico due figli studenti fuori sede, con distinti contratti di locazione, possono beneficiare entrambi della detrazione sull’importo massimo. La detrazione si applica solo se l’università è ubicata in un comune diverso da quello di residenza dello studente, distante da quest’ultimo almeno cento chilometri e localizzata in un’altra provincia rispetto a quella di residenza; l’alloggio affittato deve essere ubicato nel comune in cui ha sede l’università o in quelli limitrofi.
UN’AGEVOLAZIONE POCO SFRUTTATA
Una prima stima della dimensione dell’evasione fiscale nel mercato della locazione per gli studenti universitari fuori sede si può ottenere incrociando i dati relativi al numero dei contribuenti che hanno usufruito dell’agevolazione fiscale nell’anno fiscale 2011 (si ipotizza che il numero di contribuenti coincida con quello dei contratti di locazione) con quelli del numero di studenti fuori sede iscritti negli atenei italiani nell’anno accademico 2011/2012. (1)
I risultati delle elaborazioni sono riportati nella tabella 1. Nel complesso, gli studenti fuori sede sono 851mila, poco meno della metà del totale degli iscritti: 370mila frequentano un’università fuori dai confini della Regione di residenza, mentre 480mila circa studiano in un ateneo che si trova in una provincia diversa da quella del comune in cui risiedono.
Se togliamo gli studenti che non soddisfano la condizione della distanza minima di almeno cento chilometri tra il comune di residenza e l’università, i fuori sede che potrebbero beneficiare della detrazione del 19 per cento diventano circa 432mila, dei quali 328mila si spostano da una Regione a un’altra, mentre 105mila si muovono da una provincia all’altra all’interno di una stessa Regione.
Le nostre elaborazioni considerano le distanze (fonte Touring Club) tra i capoluoghi di provincia di residenza degli studenti e quelle sede degli atenei e dunque i risultati possono comprendere anche studenti che risiedendo in paesi che distano meno di cento chilometri dagli atenei frequentati. Tuttavia, anche al netto di questa e di altre tipologie di studenti che non hanno diritto all’agevolazione fiscale – perché trovano ospitalità gratuita presso parenti e amici, per esempio –, è decisamente improbabile che il numero dei casi ai quali può essere applicata la detrazione si abbassi fino al numero dei contribuenti che effettivamente ha beneficiato dello sconto fiscale previsto: 182mila, cioè almeno due volte in meno della massa potenziale. (2)
Il valore medio nazionale dell’indicatore di utilizzazione della detrazione fiscale è 0,42: ogni dieci potenziali beneficiari, ne hanno usufruito poco più di quattro. Escludendo le Regioni a statuto speciale, che hanno specifiche politiche anche per gli studenti universitari, il livello dell’indicatore oscilla dallo 0,59 degli studenti marchigiani e abruzzesi fuori sede allo 0,32 di quelli residenti in Campania. È possibile che i livelli molto bassi che si riscontrano tra gli studenti residenti in alcune Regioni siano dovuti a un deficit di informazione sull’esistenza dell’agevolazione. Difficile, per il resto, individuare le motivazioni che possano spiegare le differenze. E difficile quindi enucleare quelle sulle quali agire per indurre le famiglie degli studenti a ottenere dai proprietari la sottoscrizione dei contratti di locazione.
L’EVASIONE PARZIALE
Le elaborazioni svolte sui dati Irpef mettono in luce non solo una massiccia evasione totale (il contratto di affitto manca o non è registrato o infine pur essendo registrato, non vengono dichiarati i relativi canoni), ma anche una forte evasione parziale, con contratti registrati per valori inferiori ai canoni pagati.
I 182mila contribuenti che si sono avvalsi della detrazione hanno portato in detrazione una somma complessiva di poco inferiore ai 290milioni di euro. Ogni studente pagherebbe, pertanto, un affitto medio annuo di 1.580 euro, un importo dal quale si discostano di poco le cifre medie portate in detrazione dai contribuenti della quasi totalità delle Regioni. La cifra è inferiore ai 2.633 euro massimi sui quali è possibile applicare la detrazione ed è anche più bassa degli affitti effettivamente pagati. L’importo medio dichiarato dai proprietari degli alloggi corrisponde a un canone mensile di 130 euro per undici mesi. Basta consultare pochi siti internet per capire che si tratta di una spesa per l’affitto alquanto al di sotto di quella pagata per un posto letto in camera doppia in una residenza universitaria delle aziende allo studio degli atenei, che pure praticano canoni più bassi di quelli richiesti dai privati.
È anche vero che una delle motivazioni dello scarto tra il valore massimo dell’affitto detraibile e di quello effettivo portato in detrazione potrebbe essere la ripartizione dell’importo tra i genitori dello studente: in questo caso, per ogni contratto di locazione i contribuenti beneficiari della detrazione sarebbero due. Ma se così fosse, aumenterebbe il numero di contratti di locazione per i quali l’evasione è totale, perché aumenterebbe la differenza tra il numero dei contratti potenzialmente registrabili e il numero di quelli effettivamente registrati.
IL RETTORE E L’EVASIONE
I risultati delle nostre elaborazioni mettono in evidenza che il solo contrasto di interesse non è uno strumento sufficientemente forte per combattere l’evasione fiscale sui canoni di locazione pagati dagli studenti universitari fuori sede. Le Regioni nelle quali il fenomeno è, verosimilmente, più diffuso sono quelle a più forte presenza di studenti fuori sede. Dunque, un’azione di recupero del gettito evaso dovrebbe concentrarsi principalmente in quelle aree. Ma, per essere efficace, richiede un grande impiego di risorse.
Esiste, però, una via “a costo zero“, quasi burocratica, per contrastare l’evasione totale diffusa in questo mercato. Quando si può ragionevolmente ritenere che uno studente non possa frequentare da pendolare l’università alla quale è iscritto a causa della distanza chilometrica dal comune dove risiede o dei tempi di percorrenza necessari per coprirla, la fruizione di qualsiasi servizio offerto dall’ateneo potrebbe essere subordinata alla presentazione di un contratto di locazione registrato relativo all’alloggio in cui abita da studente. È una condizione che viene già imposta in qualche ateneo (università del Molise, per esempio). Per diffonderla non occorre attendere l’emanazione di una direttiva ministeriale o di qualche altra norma: le autorità di ogni ateneo possono decidere autonomamente.
Tabella 1 – Studenti universitari fuori corso per sede di residenza e sede del corso
Tabella 1bis – Contribuenti che hanno usufruito della detrazione sui canoni d’affitto per gli studenti fuori sede
(1) I dati sulle dichiarazioni Irpef per l’anno fiscale 2011 (riportati nei 730 del 2012) sono disponibili sul sito del dipartimento delle Finanza del Mef. I numeri sugli studenti fuori sede sono ricavati dai dati Miur.
(2) L’area dell’evasione è più ampia di quella che risulta da questi numeri, essendo, verosimilmente, diffusa anche tra i proprietari degli alloggi che ospitano gli studenti fuori sede che non possono usufruire della detrazione fiscale.