Call center Inps, budget insufficiente per l’internalizzazione
Le ire dei sindacati, che ieri hanno incontrato il presidenre Tridico: "Pronti alla mobilitazione"
di Redazione | 12 Marzo 2022 @ 10:00 | ATTUALITA'
L’AQUILA – Si è tenuto ieri l’incontro tra le segreterie territoriali dell’Aquila e le Rsa di Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil e il presidente dell’Inps Tridico. I sindacati hanno ribadito le criticità del settore, già espresse in commissione Lavoro, che all’Aquila coinvolge decine di lavoratori: budget insufficiente, bando di selezione completamente distante dalla clausola sociale, totale incertezza sul futuro occupazionale delle 3.319 lavoratrici e lavoratori e delle loro condizioni salariali.
In una nota i sindacati riportano che Tridico con grande chiarezza ha dichiarato che i tempi verranno rispettati, che il budget non può essere aumentato, risponde a precise norme sulla spesa per gli enti pubblici, che i lavoratori ex Ader non sono nel perimetro dell’internalizzazione, che il processo non è in grado di garantire gli attuali profili orari (anche se il bando potrebbe prevedere diverse articolazioni di 4, 6 e 8 ore) e non sono garantite le attuali condizioni di lavoro. In merito alla clausola sociale, non è stata possibile applicarla perché per gli enti pubblici o proprie controllate, è giuridicamente prevista la selezione pubblica, anche se, nella prima fase, è esercitata sul perimetro ristretto degli attuali addetti.
Per il presidente Tridico – proseguono i sindacati – l’Inps ha fatto un grande sforzo rispetto al 2019 aumentando significativamente il numero degli operatori previsto all’avvio della commessa gestita dalla Rrt NetwokComdata.
Slc Fiste e Uilcom hanno contestato le dichiarazioni del presidente in merito alla tutela dell’intera occupazione e in particolare sull’affermazione che i lavoratori ex Ader non siano nel perimetro dell’internalizzazione, ma in generale hanno espresso perplessità dubbi e incertezze sull’insieme del percorso che si sta delineando, peraltro già denunciato dal sindacato in tutte le occasioni di confronto con i vertici dell’Inps, nei comunicati e negli incontri istituzionali dei quali restano le tracce audiovisive per testimoniare la posizione sindacale.
Il sindacato – si legge nella nota – rispedisce al mittente qualsiasi responsabilità sui ritardi del processo di internalizzazione, sugli esuberi, sulle peggiori condizioni economiche che si prospettano e sull’eventuale fallimento dell’intero progetto. Ogni “nodo che oggi viene al pettine” era stato ampiamente denunciato nei tempi, modi e probabili ricadute sui lavoratori, per cui i ritardi e le responsabilità sono esclusivamente dell’ente che aveva assicurato il passaggio di tutti i lavoratori nella società dei servizi dell’Inps già a partire dal dicembre 2021 e visto i tempi e le difficoltà che stanno emergendo, rischia di non avvenire nemmeno nel 2022.
Intanto 3.319 famiglie vivono una condizione di stress e preoccupazione nonostante la legge prevedeva un approdo in una società a controllo pubblica che offriva maggiori garanzie per il futuro.
In conclusione dell’incontro, visto che ai tanti dubbi del sindacato il presidente per impegni già assunti non ha potuto rispondere dettagliatamente, i sindacati hanno chiesto un aggiornamento del tavolo, mettendo in agenda anche la mobilitazione dei lavoratori con presidio davanti alla direzione generale dell’Inps.