Buoni spesa, sentenza Tar accoglie ricorso famiglia non residente
di Redazione | 11 Maggio 2020 @ 12:45 | ATTUALITA'
L’AQUILA – Il Tar dell’Aquila ha accolto il ricorso della famiglia che abita all’Aquila ma non è residente in città, esclusa dal bando per i buoni alimentari del Governo a favore delle persone in forti difficoltà economiche a causa della pandemia.
Lo fa sapere la Rete Solidale che in una nota parla di “una vittoria in nome del rispetto dei diritti di tutti e di tutte, ottenuta grazie alla tenacia della famiglia ricorrente, alla professionalità degli avvocati Fausto Corti, Gianluca Racano, Andrea Piermarocchi e Francesco Rosettini, e alle organizzazioni della Rete Solidale che hanno ispirato e collaborato per i ricorsi”.
“Già prima della sentenza, emessa stamattina, nei giorni scorsi il Comune dell’Aquila è stato costretto a stanziare altri 100 mila euro, oltre ai 368 mila di provenienza governativa, per un nuovo bando sui buoni alimentari”, ricorda Rete Solidale.
“A questo sostegno alimentare potrà accedere anche chi dimora abitualmente all’Aquila e gli stranieri con permesso di soggiorno inferiore a 5 anni. C’è tempo fino a venerdì 15 maggio per fare la domanda online”.
Per chi non avesse internet, un computer o non riuscisse a fare la domanda, è possibile recarsi a due infopoint attivati dalla Rete Solidale: Comunità 24 luglio (zona Santa Barbara, tutti i giorni dalle 10 alle 13, 320-3429618) e 3e32 (zona Collemaggio, tutti i giorni dalle 16 alle 19, 348-3156116) e altri tre attivati dalle reti associative con la Rete Solidale collabora: Casa del Volontariato (zona Aquilone, tutti i giorni dalle 10 alle 13, 324-8916723); Croce Rossa Italiana (viale della Croce Rossa, tutti i giorni dalle 8 alle 20, 0862-26061) e Punto Luce L’Aquila (zona Sassa, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12 e giovedì dalle 16 alle 19; 329-0171133).
“Il Comune dunque ammette e riconosce la richiesta delle associazioni – prosegue la nota – che già prima della presentazione del primo avviso per i buoni avevano richiesto il rispetto dei diritti, ponendosi in un’ottica di collaborazione tra territorio e istituzione, senza ricevere risposte in cambio, fatta eccezione per una lettera dai toni sprezzanti da parte dell’avvocatura comunale”.
“Grazie a un’azione partita e sviluppata esclusivamente dal basso, le fasce più fragili della popolazione hanno ugualmente ottenuto 100 mila euro”.
“Si tratta di un piccolo aiuto, certo, richiesto a gran voce da movimenti e associazioni che da tempo lavorano con le fasce fragili delle comunità, che hanno un quadro della situazione territoriale e che per questo sarebbero meritorie di ascolto da parte delle istituzioni”, conclude Rete Solidale.