Bper, la Cassazione dà ragione a Bankitalia. Sanzioni amministrative per Tordera, il cda e il collegio sindacale

di Redazione | 20 Agosto 2020 @ 13:14 | ATTUALITA'
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L’AQUILA – La Cassazione ha confermato il verdetto del­ la Corte d’Appello di Roma e ha condannato la Bper (rappresentata da Antonio Battaglia, Raffaele Marola, Ettore Barattelli, Aldo Tranquilli Luciano Cicone, Adriano Rossi, Stefano Fabrizi, Roberto Cola­ grande, Rinaldo Tordera, Clau­dio Zaffiri, Pietro Passerini, Do­nato Lombardi, Franco Pingue e Marco Fregni) per “Carenze nell’organizzazione e nei controlli interni sia da parte dei componenti del Cda e del di­rettore generale ma anche dei componenti del collegio sindaca­le. Di qui la sanzione ammini­strativa a ciascuno dei compo­nenti del cda e del collegio sindacale pari a 18mila euro, e all’ex direttore generale Rinaldo Tordera pari a 24mila euro”. Ne dà notizia Il Messaggero di oggi.

L’opposizione alla sentenza di condanna della Corte d’Appello era stata proposta dalla Bper “avverso il provve­dimento con il quale la Banca d’Italia aveva irrogato sanzioni amministrative per complessivi 258mila euro all’Istituto di credito aquilano, in solido con gli esponenti aziendali, sanzionati nelle rispettive qualità di componenti del consiglio di amministrazione, di direttore generale e di componenti del collegio sindacale della Carispaq che all’epoca dei fatti già faceva parte del gruppo Bper”.

“La vicenda   trae origine da un’ispezione della Banca d’Italia avente con la verifica del rispetto della normativa antiriciclaggio dalla quale era emerso “la mancata individuazione dell’effetti­vo titola re di 1.900 clienti perso­ ne giuridiche, pari al 17% del to­ tale; non era stata prestata atten­zione alle problematiche sorte nella fase di ricostruzione post terremoto, che avrebbe richiesto invece l’adozione di strumenti idonei a consentire la tracciabili­tà dei flussi di denaro confluiti per la ricostruzione». Secondo la Cassazione «vi erano state omissioni nei controlli delle movi­mentazioni , con   conseguenti maggiori difficoltà nella tracciabilità del denaro e, in generale, si era riscontrato ritardo nell’identificazione di operazioni sospet­te». Sempre secondo la Cassazio­ne «in generale, erano state ri­ scontrate frequenti movimenta­zioni di danaro contante non coerenti con l’attività del cliente di riferimento, e ciò anche nella filiale di Roma che non era coinvolta nell’attività di ricostruzione post terremoto. Si trattava di carenze significative dell’attività di monitoraggio della clientela, tali da rendere concreto il rischio del riciclaggio».


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