Boss al 41 bis senza colloqui Skype con minori, per giudici è incostituzionale
Sono 152 i detenuti al 41 bis nel Carcere dell'Aquila
di Cristina D'Armi | 17 Marzo 2021 @ 07:00 | LA LEGGE E LA DIFESA
L’AQUILA – Boss al 41 bis senza colloqui Skype con figli minori. L’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, oltre ad aver limitato la circolazione dei liberi cittadini, ha inasprito le restrizioni di coloro che sono reclusi nelle case circondariali. In un primo momenti i colloqui tra detenuti e familiari sono stati resi possibili tramite l’installazione di vetri in plexiglass. Con l’aumento dei contagi poi, gli incontri sono stati sospesi sostituendoli con l’aumento di chiamate e videochiamate tramite skype. Le ha previsti l’articolo 4 del decreto-legge 10 maggio 2020, n. 29.
Lo stesso trattamento non è stato adottato per i detenuti al 41 bis
che, come emergo nella relazione fornita alle Camere il 28 gennaio 2021 dal Ministro della Giustizia Bonafede, sono 759 in tutta Italia. Di questi, 152 sono ristretti a L’Aquila. Per i detenuti a rigido regime sono previste delle restrizioni specifiche per ridurre la possibilità di comunicare con il “mondo esterno” in modo da evitare che essi possano continuare a gestire affari delittuosi.
Pen consentire il colloquio mensile con i familiari, quindi, sono state cocesse ai detenuti al 41 bis due telefonate ravvicinate da effettuarsi presso la caserma dei carabinieri o presso il carcere di residenza del familiare. Ad oggi, i figli minori di 12 anni si sono visti negare qualsiasi possibilità di contatto con il proprio genitore.
Per i giudici tale prospettiva è in contrasto con una serie di norme della Costituzione perché il mantenimento dei rapporti familiari e soprattutto genitoriali è fondamentale per il recupero sociale del reo. La decisione starà alla Consulta.