Guido Bertolaso il 23 aprile scorso, giorno in cui si sarebbe dovuta tenere l’udienza a Perugia che lo vede imputato nel processo alla “Cricca” dei grandi appalti del G8 alla Maddalena, si è sfogato sul suo blog, dopo aver appreso che l’udienza è stata rinviata al 25 settembre. Il rinvio, ampiamente atteso dalla parti, è stato necessario per un difetto nelle notifiche degli atti processuali.
«Ho ricevuto formale comunicazione dal Tribunale di Perugia che il processo a mio carico non si aprirà, come previsto, oggi 23 aprile, ma il 25 settembre, forse, probabilmente, perché il Collegio giudicante deve ancora essere formato e quindi il Tribunale non fissa, ma “ipotizza” una data d’avvio del processo subordinata all’accadimento di fatti ad oggi non prevedibili. Cioè, totale incertezza.
E ciò ad un anno data dal mio rinvio a giudizio, a due anni e otto mesi dall’avviso di garanzia e dalla perquisizione subita a casa e in ufficio, a due anni e otto mesi dall’inizio di una campagna mediatica costruita spacciando per prove fantasie e ipotesi di reato verificatesi del tutto infondate!
Vi invito a rileggere ciò che avevo scritto su questo sito il 14 ottobre dell’anno scorso.
Scrivevo allora: “Già questo enorme lasso di tempo – e parlavo dello scarto tra ottobre 2011 e aprile 2012 ! – tra il rinvio a giudizio e il faticoso avvio della fase dibattimentale, che è facile prevedere lunga e complicata dai mille problemi tecnico – burocratici posti dalla architettura stessa del processo e dai mille rinvii che ne conseguiranno, mi fa pensare che non ci sia nessuna volontà di arrivare sollecitamente ad una sentenza e che anzi la prescrizione per decorrenza dei termini sia l’esito più desiderato dagli stessi iniziatori del procedimento giudiziario a mio carico.”
Questo nuovo posticipo dell’inizio del processo non fa che dare conferma del timore, che allora esprimevo, di veder avviata la mia vicenda giudiziaria sulla strada di una soluzione ben chiara, che è ottima solo per chi ha preteso di conferirmi a tempo indeterminato lo status di imputato sulla base non di fatti accertati ma su quella, molto più aleatoria, di intenzioni e convinzioni personali, che in sede processuale sono destinate per forza di cose a venire puntualmente smontate e fatte a pezzi.
Non mi resta che ribadire che a me quella soluzione non va bene per nulla, e che farò ogni cosa in mio potere per impedire che questo disegno ingiusto al limite della viltà non si realizzi.
Dire che spero che almeno alla nuova scadenza di settembre il Tribunale di Perugia sia in grado di avviare il procedimento, in questo contesto è quasi retorico.
E’ bene che sappia però chi a Perugia decide, e chi decide sul Tribunale di Perugia, che il processo di cui sto aspettando l’inizio è un mio inalienabile diritto, perché è la sola via che mi è stata lasciata per avere giustizia e che per nessuna ragione intendo rinunciarvi».